Quali cavi scegliere per la videosorveglianza?

Quali cavi scegliere per la videosorveglianza?

Sto realizzando un impianto di videosorveglianza che sfrutta telecamere analogiche e ti chiedo se sia meglio usare un cavo RG59 oppure uno UTP CAT5 con video balun? Per l’audio, invece?

E se tra qualche anno volessi passare alle telecamere digitali, cambia qualcosa?

Grazie

Dimitri

Ciao Dimitri,

per il collegamento di telecamere analogiche il cavo UTP CAT5 in abbinamento al video balun non ha controindicazioni e ti permette di realizzarlo anche di 300/400 metri senza le fastiodiose perdite che si hanno con un cavo RG59.

In più il cavo CAT5 ti permette:

  • di usare 2 degli 8 fili per il collegamento al video balun e altri 2 per collegare l’audio sullo stesso cavo;
  • di passare facilmente al digitale, cambiando solo i connettori (per l’audio, le telecamere digitali sfruttano il cavo ethernet, quindi non avrai bisogno di altro).

In bocca al lupo!

 

Caratteristiche di una telecamera per videosorveglianza

Caratteristiche di una telecamera per videosorveglianza

Dovendo acquistare una telecamera per videosorveglianza di qualità, cosa bisogna valutare?

Ciao,

ecco un elenco di caratteristiche che una buona telecamera deve avere!

  • Sensore – i migliori in commercio sono i CCD della Sony, della Panasonic e della Sharp. Oltre al marchio è da valutare il parametro che ne indica la grandezza, meglio i sensori più grandi, quelli da 1/3’’ o 1/4’’ che assicurano un output migliore.
  • Risoluzione – nel campo della videosorveglianza, la risoluzione è indicata in TV o TVL. Maggiore saranno le linee di TV maggiore sarà la risoluzione e quindi la limpidezza dell’immagine. Da notare che i sensori in bianco e nero hanno una risoluzione maggiore rispetto a quelli a colore.
  • Filtri – sono importanti nelle situazioni difficili, tra i più importanti ci sono:
    • AWB – bilanciamento automatico del bianco;
    • BLC – compensazione della luce di fondo;
    • AGC – miglioramento della visione in condizioni di scarsa luminosità.
  • Rapporto tra segnale e rumore – più sarà alto, maggiore sarà la limpidità dell’immagine. Se il rapporto è inferiore a 45dB, non si sta parlando di un buon prodotto. E’ giusto sottolineare, però, che questo parametro è complicato da misurare e che la qualità dei componenti di una telecamera possono influire.
Monitor per videosorveglianza – Quali vantaggi

Monitor per videosorveglianza – Quali vantaggi

Salve,

vorrei sapere quali sono le differenze tra un monitor per la videosorveglianza e uno per il computer o un semplice televisore. Grazie

Simone

Ciao Simone,

le differenze ci sono e sono anche semplici. Vediamole insieme:

  • i monitor per videosorveglianza presentano uno o più attacchi BNC, ossia quelli usati nelle telecamere e dai cavi coassiali. Il vantaggio non sta qui, perché in commercio è facile reperire adattatori.
  • I monitor per la videosorveglianza sono progettati e realizzati per rimanere accesi 24 ore su 24, quindi non si surriscaldano e non si usurano come i monitor per pc o le tv;
  • la visione sui monitor per la videosorveglianza è migliore grazie a un convertitore che è al loro interno e che traduce il segnale proveniente dalla telecamera o dal DRV in immagini.

Tutto questo giustifica il costo maggiore di questi prodotti, ma nel caso non ci siano particolari esigenze e il loro uso è limitato nell’arco della giornata, dei monitor per pc o un semplice televisore possono andare bene.

 

Grado di protezione delle telecamere da esterno

Grado di protezione delle telecamere da esterno

Ciao,

voglio acquistare una telecamera per uso esterno, la stavo cercando sul web e tutti i prodotti visionati, tra le caratteristiche, presentano la sigla IP seguita da qualche numero…Di che si tratta?

Grazie

Mario

Ciao Mario,

la sigla IPXX rappresenta il grado di protezione del dispositivo. In particolare il primo numero indica il grado di protezione dai corpi solidi – urti, colpi, ecc – mentre il secondo indica l’impermeabilità ai liquidi.

Il primo numero, quello sulla resistenza ai colpi, può variare da 0 a 6:

  • 0 – non protetto;
  • 1 – protezione da oggetti solidi con dimensione superiore a 50 mm e dall’accesso con il dorso della mano;
  • 2 – protezione da oggetti solidi con dimensioni superiori a 12 mm e dall’accesso con un dito;
  • 3 – protezione da oggetti solidi con dimensioni superiori a 2,5 mm e dall’accesso con un attrezzo;
  • 4 – protezione da oggetti solidi con dimensioni superiori a 1 mm e dall’accesso con fili;
  • 5 – protezione dalla polvere e dall’accesso con fili;
  • 6 – totalmente protetto.

Mentre l’impermeabilità ai liquidi è data da numeri che possono andare da 0 a 8:

  • 0 – non protetto;
  • 1 – protezione dalla caduta verticale di gocce d’acqua;
  • 2 – protezione dalle gocce che cadono con inclinazione massima di 15°;
  • 3 – protezione dalla pioggia;
  • 4 – protezione dagli spruzzi d’acqua;
  • 5 – protezione dai getti d’acqua;
  • 6 – protezione dalle ondate d’acqua;
  • 7 – protezione dagli effetti d’immersione in un liquido;
  • 8 – protezione dagli effetti della sommersione in un liquido.

Gli apparecchi con grado di protezione IP65 e a salire hanno un’ottima resistenza negli ambienti esterni.

Acquisto sensori volumetrici a Torino

Acquisto sensori volumetrici a Torino

Cerco dei sensori volumetrici via filo su Torino, dove posso acquistarli?

Grazie

Ciao,

per scelta non faccio nomi di aziende e marchi. Quello che cerchi, comunque, è un prodotto comune e parecchio diffuso, in più il fatto che sia via filo non crea problemi di compatibilità con eventuali sistemi antifurto già installati…perché non guardi online?! Magari risparmi anche qualche soldino!

Saluti

 

Funzionamento dei sensori perimetrali

Funzionamento dei sensori perimetrali

Ciao,

ho un sistema antifurto con sensori perimetrali sulle finestre. Nello specifico si tratta di sensori tapparella via radio che pare funzionino solo se queste sono abbassate. Perché? Io vorrei attivare l’allarme anche con le finestre aperte, c’è una soluzione?

Grazie

Mattia

Ciao Mattia,

i sensori tapparella, che siano via cavo o via radio, rilevano il sollevamento delle stesse, per questo possono funzionare solo quando abbassate, totalmente o in maniera parziale.

Probabilmente non avevi chiara questa caratteristica al momento dell’acquisto oppure è un sistema antifurto che hai trovato in casa e al quale devi adattarti, fatto sta che non puoi fare molto per risolvere la situazione, a meno che tu non decida di acquistare dei sensori perimetrali a tenda o delle barrierine che ti permettano di proteggere le finestre anche con i serramenti aperti.

 

Sensori antifurto da interno

Sensori antifurto da interno

Le categorie di sensori antifurto per interno sono due:

  • sensori perimetrali;
  • sensori volumetrici.

Quando si parla di sensori volumtrici, di solito, si parla della tecnologia PIR, la più usata e acquistata per via della semplicità di utilizzo e il costo basso. Il prezzo di un discreto sensore volumetrico parte dai 40 euro, per arrivare oltre i 100 per modelli più sofisticati e all’avanguardia.

I sensori volumetrici PIR sono in grado determinare delle differenze di temperatura che si generano all’interno degli ambienti in cui sono posti a protezione, in quanto sono costituiti da un dispositivo ottico, un sensore termoelettrico a doppio elemento e un circuito elettronico che gestisce il segnale.

Peculiarità di questi sensori antifurto è la copertura a ventaglio – il rilevatore è composto da più facce a cui corrispondono raggi infrarosso di piccola apertura di energia termica, provenienti dall’ambiente sorvegliato – perfetti per lunghi corridoi e aree ampie.

L’installazione deve essere effettuata lontano dalle fonti di calore – termosifoni, stufe, camini, ecc – causa principale dei falsi allarmi. Sono componenti che possono essere utilizzati in gran numero, in quanto la tecnologia a infrarosso passivo non crea interferenze di nessun tipo.

I sensori volumetrici che sfruttano la tecnologia delle microonde, invece, non si limitano a rilevare, ma “scansionano” lo spazio che controllano, emettendo radiazioni di 10 Gh. Questi sensori volumetrici sono poco utilizzati, i più scelti sono quelli a doppia tecnologia, che uniscono l’infrarosso passivo con le microonde: molto più affidabili e meno soggetti ai falsi allarmi.

I rilevatori volumetrici possono essere acquistati nella versione filare o wireless.

I sensori perimetrali, invece, sono contatti semplici che si usano per proteggere il perimetro dell’abitazione o dell’edificio; i più diffusi sono i contatti magnetici che generano allarme all’apertura di finestre e porte su cui vengono montanti. I contatti magnetici sono disponibili nella versione filare e wireless, sono economici e facili da installare, anche in autonomia.

I contatti magnetici – Approfondimento

I contatti magnetici – Approfondimento

Ricevo molte domande su quale sia la tipologia di sensori d’allarme più diffusa: i contatti magnetici sono i più acquistati, utilizzati soprattutto per difendere porte e finestre!

I contatti magnetici sono componenti che vanno collegati a una centrale antifurto, possono essere del tipo via filo oppure wireless e sono molto semplici da installare e da usare.

Questi prodotti sono composti da due componenti: il magnete e il reed, contenuti in involucri di plastica oppure metallici, dalla forma cilindrica o rettangolare. Le dimensioni variano e sono direttamente proporzionali alla forza attrattiva del magnete.

Quelli cilindrici sono perfetti per essere incassati negli infissi, mentre quelli di forma rettangolare sono da applicare sulle ante; in ogni caso le tipologie in commercio sono tante: per porte blindate, per porte basculanti, colorati per la mimetizzazione sugli infissi, ecc.

Interessanti i micro contatti magnetici che hanno dimensioni particolarmente ridotte e sono perfetti da montare su porte e finestre in legno.

Ma vediamo come funzionano: gli infissi con contatto magnetico, alla prova del tester, danno un valore pari a 0, chiudendo le ante, le due parti si uniscono e quando si cercherà di forzarle, le lamine del reed, allontandosi dal magnete, forniranno valore 1. Così viene emesso un segnale che farà scattare l’allarme.

Abbiamo già detto che i contatti magnetici possono essere wireless o via filo, in quest’ultimo caso devono essere collegati alla centralina attraverso fili di rame; il collegamento può essere fatto in parallelo o in serie. Il collegamento in parallelo è molto più pratico, ma in caso di allarme non permette di distingue con chiarezza quale sia il sensore, e quindi il serramento, incriminato.

I prezzi di questi componenti sono contenuti e variano dai 10 euro fino ad arrivare ai 30; in commercio potete trovare contatti magnetici singoli o in confezioni multiple, le confezioni di due o più contatti sono molto più economiche!

Tipologie di barriere perimetrali

Tipologie di barriere perimetrali

La protezione dell’esterno di un’abitazione – muri, balconi, porticati – di un capannone o di una struttura in costruzione può essere fatta attraverso barriere perimetrali.

Una barriera perimetrale è composta da più sensori connessi a una centrale antifurto, solitamente montata all’interno dell’edificio, in un posto protetto e dotato di corrente elettrica.

Per attivare la barriera si ha bisogno di un telecomando, di un inseritore a chiave elettronica o di una tastiera come avviene per i sistemi antifurto più tradizionali.

I sensori esterni più utilizzati sono le barriere perimetrali da esterno – barriere solari o rilevatori a doppio infrarosso a tenda – sono componenti ottimi per il controllo dell’area davanti a sè.

I rilevatori PIR e a microonde sono consigliati per il buon rapporto qualità-prezzo, sono componenti veloci da montare, resistenti e coprono vaste aree (10 – 12 metri con una buona angolazione). Altrettanto affidabili e sicuri i sensori senza fili, a tecnologia singola o doppia.

Molto comode le barriere perimetrali wireless, perfette quando non si possono far passare i cavi; le più acquistate sono quelle solari, quelle a doppia barriera o a tenda.

I sensori solari sono infrarossi attivi coprono da 10 a 100 metri, ma non sono immuni agli animali domestici, ulteriore svantaggio è che devono essere allineati l’uno all’altro per funzionare, per questo si raccomandano per le protezioni temporanee come i ponteggi edili, le case in ristrutturazione, ecc.

I sensori a tenda sono sensibili agli animali domestici, hanno una portata ampia e, collocandoli al centro di una parete, creano una barriera orizzontale a fasci che rileva un intruso prima che questo faccia intrusione.

Collegamento di un combinatore telefonico

Collegamento di un combinatore telefonico

Ciao,

sarò diretto! Vorrei sapere se è possibile, in qualche modo, collegare un combinatore GSM a un allarme datato che nasce pstn. Se sì, come faccio?

Grazie

Alessandro

Ciao Alessandro,

non dipende tanto dal sistema d’allarme, quanto dalla tipologia di combinatore! Molti combinatori telefonici, infatti, nascono indipendenti e per questo possono essere collegati a qualsiasi centrale d’allarme.

Verifica l’uscita della tua centrale: l’ingresso del combinatore deve essere dello stesso tipo dell’uscita della centrale (caduta di positivo o altro).

Se la centrale non ce l’ha, puoi sfruttare quella della sirena, anche in questo caso verificando prima!

Per le impostazioni e la registrazione dei numeri non ci sono problemi, tutto avviene sul combinatore!