La domotica ci semplifica la vita

La domotica ci semplifica la vita

Il termine domotica indica la scienza che studia tutte quelle tecnologie che hanno alla base l’obiettivo di migliorare la qualità della vita all’interno delle case: si tratta dunque della interdipendenza delle tecniche legate all’elaborazione delle informazioni attraverso i dispositivi più usati e diffusi negli ambienti casalinghi. La domotica, pertanto, consiste in una serie di apparecchi elettronici volti all’automazione dell’abitazione, che agisce controllando l’illuminazione, i vari elettrodomestici, la videosorveglianza, l’impianto di allarme, il riscaldamento e così via. Tutti questi elementi, per essere controllati a distanza, devono essere collegati ad una centrale appositamente impostata in base alle specifiche esigenze e necessità dell’utente; il tutto può essere fatto via Smartphone, Tablet o personal computer.

I vari sistemi di domotica possono essere integrati facilmente nelle abitazioni di oggi. Basta pensare al fatto che nella maggior parte delle case sono presenti personal computer, apri cancello, antifurto governabile da remoto, elettrodomestici all’avanguardia e quant’altro. Grazie all’evoluzione esponenziale del mondo della tecnologia, attualmente gli elettrodomestici si possono integrare in sistemi più ampi: un traguardo, questo, che porta moltissime persone a risparmiare del tempo e ad ottimizzare e ridurre il consumo di energia.

Per ciò che concerne l’automazione nel settore domestico, fra le mura di casa può essere applicata ad una vasta gamma di sistemi. Vediamo ora quali sono gli utilizzi principali nell’ambito di un sistema di domotica: avvio e spegnimento dell’impianto di riscaldamento e raffreddamento della casa; apertura e chiusura delle tapparelle anche a seconda alle condizioni climatiche; accensione e spegnimento dell’illuminazione del cortile o più in generale di determinate aree della casa; attivazione dell’impianto di videosorveglianza.

Un sistema di domotica, se integrato con un impianto di allarme, risulta l’ideale per poter realizzare le seguenti funzionalità: controllare l’intero sistema attraverso lo Smartphone sfruttando il GSM; verificare l’impianto tramite un web server; esaminare eventuali perdite di gas e/o di acqua; utilizzare un videocitofono direttamente dalla centrale, gestendo le sequenze sia di apertura che di segreteria.

Per quanto riguarda la questione della fruibilità di questi sistemi di domotica, è importante porre l’attenzione sul fatto che, oggigiorno, l’installazione di questi impianti può essere realizzata in maniera del tutto semplice, veloce ed intuitiva, senza dover necessariamente preoccuparsi di chissà quali interventi sulle strutture della propria abitazione. Questi sistemi, infatti, sono pensati e realizzati per essere in grado di sfruttare gli impianti ed i collegamenti già esistenti servendosi delle cosiddette “onde convogliate”: parliamo di una specifica tecnologia notevolmente innovativa per quel che concerne l’uso domestico.

Come si evince da questo approfondimento, le applicazioni nel campo della domotica sono davvero tante, a voi non resta che valutare quali siano le più utili per le vostre specifiche esigenze di sicurezza e scegliere un buon sistema tra i numerosi presenti sul mercato (ad esempio le tipologie CAME, BTicino, Vimar, Gewiss, Ditech e tanti altre). È importante ricordare agli utenti che tutte le periferiche di un sistema di domotica comunicano e dialogano tra loro attraverso un protocollo denominato Knx: si tratta di uno standard mondiale grazie al quale è possibile la corretta comunicazione tra marche diverse.

La domotica low cost: il futuro in casa

La domotica low cost: il futuro in casa

Alzi la mano a chi pensa che la domotica e l’automazione in casa sia quasi fantascienza. E alzi la mano chi pensa che, in ogni caso, comporti spese elevatissime. Ecco, sappiate che vi state sbagliando! Le ultime innovazioni tecnologiche hanno reso possibile, spendendo sole poche centinaia di euro, la realizzazione di un impianto domotico funzionante.

Partiamo dalle basi. Cos’è la domotica? La domotica è una scienza che, unendo l’informatica all’ingegneria, rende la nostra casa più intelligente. Luci, elettrodomestici, allarmi di sicurezza: tutto diventa autonomo, comportando un grande risparmio di energia e denaro. Migliora la qualità della tua vita, della tua casa e del tuo portafoglio!

Ma come fare per rendere la nostra casa a prova di domotica in maniera economica e semplice? Sul mercato, potrete trovare prodotti che controllano l’alimentazione di qualsiasi apparato elettrico e vi basterà inserirli nelle prese elettriche. Una volta posizionato il dispositivo, semplicemente utilizzando il proprio smartphone, l’utente potrà controllare da remoto tutti gli apparecchi collegati a quelle prese elettriche, come le lampade, elettrodomestici, tapparelle.

Il kit è composto da due dispositivi: uno switch e un sensore di presenza. Il sensore di presenza rileva i movimenti e può fungere anche da sensore antifurto. Il kit deve essere collegato a una rete wi-fi e configurato tramite un applicazione disponibile sia per sistemi Apple che Android.

Una volta che avrete installato e configurato il kit, potrete automatizzare le operazioni di accensione e spegnimento dei dispositivi, in modo da impostare orari, giorni della settimana. Qualunque tipo di anomalia e malfunzionamento, inoltre, vi sarà segnalato e notificato dal sistema sul vostro smartphone.

Tastierino radiocomando chiave elettronica

Tastierino radiocomando chiave elettronica

L’antifurto di casa viene di norma attivato o disattivato attraverso l’uso di tre comuni sistemi: il tastierino, il telecomando e la chiave elettronica. Mentre il primo sistema viene normalmente posizionato all’interno dell’abitazione, gli altri due sono al contrario ubicati all’esterno. Questa disposizione purtroppo rende visibile l’attivazione dell’antifurto, oltre al proprietario che lo ha attivato anche a chi abbia intenzione di intrufolarsi dentro casa.

La tastiera interna o esterna

Il tastierino è certamente il metodo di controllo più utilizzato. Ne esistono di vari modelli: dai più semplici con tastiera tradizionale a quelli più moderni con ampi display led e tecnologia touch screen. Può essere installato all’interno o all’esterno della propria abitazione in base alla tipologia di antifurto scelto. È un metodo estremamente sicuro perché permette di attivare o escludere l’allarme inserendo una password. Va sottolineato però che non è il miglior sistema da inserire nella casa di un anziano, che potrebbe dimenticare il codice d’accesso.

Il telecomando

Il telecomando è un sistema estremamente pratico, che può essere usato con tranquillità anche da chi non ha troppa confidenza con codici, pin, o password. I telecomandi entrano in comunicazione con la centralina dell’antifurto installata all’interno dell’appartamento attraverso la radiofrequenza, permettendo così di attivare o disattivare l’allarme a distanza. L’unico svantaggio che può presentare questo comodo sistema è legato all’eventuale smarrimento del telecomando stesso. In questo caso infatti l’allarme risulta disattivabile da chiunque abbia trovato il telecomando. Se per caso assieme al telecomando vengono smarrite anche le chiavi di casa, il sistema di anti intrusione risulta definitivamente compromesso. Se la nostra scelta cade quindi su questo dispositivo, dovremo essere sempre sicuri di avere chiavi e telecomando sotto controllo! Un’altra attenzione da avere quando si utilizza un telecomando per antifurto è quella di accertarsi che non ci siano problemi di interferenze con altri dispositivi, magari dei vicini di casa, che si appoggiano la radiofrequenza.

La chiave elettronica

Le chiavi elettroniche, come del resto i telecomandi, risultano una scelta sicuramente agevole per attivare o disattivare l’antifurto. Inoltre assicurano uno standard di sicurezza molto alto. Come per le soluzioni a tastiera per inserire o disinserire l’allarme è necessario utilizzare un codice. In questo caso però è contenuto all’interno della memoria della chiave. Nel caso in cui una chiave venga smarrita è possibile riprogrammarla cambiando il codice al suo interno. Anche in questo caso come per il telecomando, va sottolineato che lo smarrimento della chiave elettronica assieme alle chiavi di casa può favorire l’intrusione di malintenzionati nella propria dimora. Accertiamoci quindi di averle sempre con noi!

Collegamento in serie sensori allarme

Collegamento in serie sensori allarme

I sensori che rilevano la presenza di intrusi ( doppia tecnologia, infrarossi, microonde ) dispongono di una morsettiera per il collegamento con la centrale antifurto. La maggior parte dei sensori per allarmi sono di tipo NC ( Normalmente Chiuso). Un sensore ad infrarossi ha quattro morsetti: due che corrispondono all’alimentazione + e -, gli altri due morsetti invece si collegano all’ingresso della zona in centrale.
Per effettuare un collegamento in serie, bisogna unire i due fili che vengono da ciascun sensore. In poche parole la cosa è molto semplice, basta effettuare un collegamento in serie tra i vari sensori, in modo da riuscire ad ottenere come risultato finale, un’uscita unica con due fili.

Con il collegamento in serie basta solo che un sensore vada in allarme per aprire la linea e far scattare la segnalazione di allarme in centrale. Bisogna considerare anche che se colleghiamo in serie dei sensori su finestre, per fare funzionare questi sensori, dovremmo tenere chiuse tutte le finestre, perché se ne restasse aperta anche una sola, tutta la zona risulterebbe aperta.

I sistemi di allarme di ultima generazione, possono collegarsi ad internet ed essere gestiti da remoto anche tramite APP e smartphone. La maggior parte di questi dispositivi richiede però un collegamento alla rete ADSL che sia di casao dell’ufficio, tramite un cavetto di rete, chiamato RJ45, e questo spesso rappresenta una bella complicazione.

Oggi i migliori impianti antifurto sono wireless, e possono essere gestiti via APP o via internet, wi fi a doppia, a tripla o a frequenza multipla, sono sistemi espandibili e versatili a seconda delle esigenze di sicurezza di ciascun soggetto e grazie all’innovazione continuain questo settore, sono gestibili anche attraverso internet,APP, SMS, smartphone e tablet.

Solitamente il collegamento della centrale ai sensori viene fatto in parallelo: c’è un cavoa più conduttori che unisce il sensore alla centralina d’allarme, io consiglio di fare un collegamento in serie con i contatti magnetici solamente collegando due conduttori in entrata e in uscita da un contatto all’altro, l’importante è stare attentia chiudere la serie in centrale. L’unica cosa è che non saprai esattamente quale sensore sia andato in allarme, proprio perché la centrale segnalerà solo la linea che ha generato l’allarme.
L’unica cosa che mi preme ricordare è che i contatti sono collegati con due conduttori, mentre per i sensori c’è di avere un cavo con almeno quattro conduttori per via dell’alimentazione.

ATTENZIONE:Se si utilizza un alimentatore supplementare per dare energia ai sensori, ricordarsi di collegare la massa dell’alimentatore al comune di un ingresso zona della centrale antifurto.

Temperatura d’esercizio centralina

Temperatura d’esercizio centralina

I sistemi d’allarme sono dispositivi studiati al fine di rilevare ogni intrusione all’interno di un ambiente interno o esterno da parte di soggetti estranei non autorizzati. Il suo funzionamento prevede che, nel caso ingresso di intrusi, un adeguato avviso.
Il montaggio di un antifurto in fai da te si consiglia caldamente perché, in modo semplice e intuitivo, consente di realizzare un perfetto sistema di sicurezza nell’ambiente di vostra preferenza. In questi casi è consigliato scegliere ottimi sistemi d’allarme fai da te.
Il migliore modello di antifurto da installare in fai da te è quello wireless o senza fili, il quale è costituito dalla centrale, da alcuni sensori atti a rilevare il movimento e la temperatura e un sistema di avviso, solitamente luminoso e sonoro.
La centralina dell’allarme antieffrazione rappresenta il cuore di tutto il sistema e sono, infatti, collegati a questa l’alimentazione, la memoria e tutti i sensori di rilevazione. L’installazione dell’antifurto in fai da te prevede alcuni semplici e intuitivi passaggi, sotto la guida delle istruzioni che trovate allegate a ogni sistema.
In primo luogo, è necessario decidere in quali ambienti installare il sistema e, nel farlo, si deve valutare la compatibilità con la temperatura d’esercizio della centralina, ovvero la temperatura di funzionamento di questa. I consigli da seguire per evitare di esporre l’antifurto a temperature superiori a quella di esercizio sono:
– evitare un’esposizione diretta ai raggi solari;
– evitare di collocarlo in un ambiente eccessivamente umido o, se la necessità è quella di posizionarlo in questo tipo di luogo, bisogna assicurarsi di acquistare il modello migliore.
In secondo luogo, bisogna scegliere i principali sistemi utilizzati per il collegamento alla centralina dell’antifurto sono i sensori volumetrici, acustici e perimetrali.
Il primo modello consente di rilevare la presenza di esseri umani o simili nell’ambiente. I più diffusi sono gli infrarossi passivi, i quali sostanzialmente misurano la temperatura del luogo in cui sono collocati e si attivano nel momento in cui segnalano una temperatura maggiore rispetto a quella dell’ambiente circostante.
Il secondo modello è quello perimetrale il quale, in sostanza, tiene sotto controllo l’intero perimetro del luogo in cui viene posizionato.
Il terzo modello è quello acustico, il quale si attiva in presenza di suoni e rumori particolari emessi da parte di intrusi all’interno dell’ambiente controllato. Nello specifico, questo tipo di sistema si attiva in presenza di una radiazione elettromagnetica generata dall’aumento di temperatura provocato da parte di un soggetto che, muovendosi, produce rumore.
Infine, è possibile scegliere di interfacciare la centralina d’allarme a diversi mezzi di comando a distanza, in questo modo si può anche essere costantemente informati della temperatura esterna e valutare che questa sia compresa all’interno del parametro della temperatura d’esercizio della centralina.

Sensore rottura vetro

Sensore rottura vetro

Quando si acquista casa, o anche per chi ne è già in possesso, nasce l’esigenza di installare un impianto di antifurto per assicurare maggiore protezione al proprio immobile. Un efficace antifurto comporta un’accurata previsione sulla sua realizzazione e sui vari punti dove collocare i diversi sensori. Proprio su questi, negli ultimi anni si è sviluppato un interesse crescente sul posizionamento di sensori rottura vetro. Vediamo come funzionano.

Funzionamento dei sensori rottura vetro

L’installazione di un impianto di antifurto prevede la collocazione nei punti in cui è più facile commettere delle effrazione, come porte e finestre, di appositi sensori che rilevano il tentativo di intrusione e scasso. Solitamente il kit antifurto prevede diverso sensori do intrusione e almeno un paio di sensori volumetrici, ossia che rilevano la presenza e il movimento in casa, che sono collegati ad una centralina che provvede a far scattare l’allarme. Accanto a questa tipologia di sensori, si stanno diffondendo sempre di più i sensori contro la rottura dei vetri. Si tratta di moderni meccanismi che assicurano un corretto inserimento dell’allarme nei confronti di tutti i tentativi di scasso delle parti in vetro di qualsiasi tipo. Sfondamento, martellate, colpi di martello e utilizzo del trapano. La convenienza nell’utilizzo di questi sensori è dovuta al fatto che l’allarme scatta al primo tentativo di intrusione e manomissione. Il massimo dell’efficacia dei sensori rottura vetro lo si ha se vengono abbinati ai classici sensori volumetrici. I sensori possono essere tranquillamente installati su qualsiasi supporto che monta vetri: porte finestre, finestre, portoni, vetrate, inferriate e così via.

Come si effettua l’installazione dei sensori rottura vetro

L’installazione dei sensori contro la rottura dei vetri è abbastanza semplice e può essere eseguita anche da chi non è particolarmente esperto, ovviamente con le dovute accortezze. Il fissaggio avviene con delle viti per legno o alluminio lungo il profilo della porta o della finestra e con nastro biadesivo o collant specifici sulla parte in vetro. Dopo aver effettuato il fissaggio si potrà regolare la sensibilità del sensore in base alle proprie necessità. Nella versione standard, questi sensori faranno scattare l’allarme nei casi di vibrazione e rottura del vetro mentre le ultime versioni sono sensibili anche alla vera e propria apertura del vetro.

Costo dei sensori per rottura vetro

Applicare dei sensori che avvisano nel caso di qualsiasi manomissione di porte e finestre non comporta una spesa eccessiva. Nelle versioni base, il costo dei sensori si aggira intorno ai 10 euro per singolo prodotto fino ad arrivare ad un costo di circa 50 euro per le versioni maggiormente evolute.

Antifurto senza fili

Antifurto senza fili

Anche chi non è esperto del “fai da te” e non è particolarmente munito di abilità, manualità e pazienza, può scegliere di acquistare un kit antifurto da poter montare in maniera autonoma risparmiando in questo modo sui costi di installazione. Sul mercato sono disponibili svariati modelli di antifurto fai da te; questo perchè al giorno d’oggi, proteggere l’ambiente in cui viviamo e dunque la nostra casa, è diventata un’azione fondamentale per vivere sereni ed in totale in tranquillità. Infatti, non si può condurre una vita totalmente serena se non si proteggono adeguatamente i propri beni e la propria abitazione dai tanti malviventi che vi sono purtroppo oggi in circolazione. Prima di tutto, per scegliere che tipo di antifurto si vuole installare nella propria abitazione, bisogna considerare lo spazio che si deve proteggere e cioè se si tratta di un appartamento situato in un condominio oppure di una villa indipendente. Infatti, oltre al corpo centrale, sarà necessario montare un richiamo in ogni porta o stanza. Nei negozi di fai da te, i prodotti disponibili sono davvero tanti e diversi per le loro caratteristiche. Gli antifurti sono nati inizialmente con un sistema di collegamento tramite dei cavi, ma oggi ormai esistono anche quelli senza fili, funzionanti attraverso la comunicazione wireless. Quelli più nuovi sono abbastanza semplici da montare e contengono istruzioni molto dettagliate, per cui il loro montaggio risulta abbastanza semplice. La prima cosa da fare per installare un antifurto fai da te è quella di decidere quali sono i posti nei quali posizionare i sensori. I kit di antifurto wireless approntati per chi pratica il fai da te comprendono una centralina, una sirena, un pannello di controllo e vari tipi di sensori. Questo è tutto ciò che serve per un antifurto casalingo. Generalmente, i kit di antifurto fai da te si limitano all’essenziale, sono abbastanza economici e per nulla sofisticati. La sirena viene utilizzata come deterrente, mentre eventuali dispositivi o videocamere collegate al telefono devono essere poste in modo da non essere visibili agli intrusi altrimenti potrebbero manometterli molto facilmente. Il kit dell’antifurto è corredato di libretto d’istruzioni, molto utile in quanto fornisce importanti suggerimenti sui punti strategici nei quali installare il dispositivo in casa. Individuati i punti in cui posizionare i sensori, bisogna collegare la centralina ai numeri utili come il 113 ed il 112, il proprio telefonino e nell’eventualità anche la compagnia di vigilanza alla quale si vuole commissionare il servizio di protezione del proprio appartamento. Se si è in grado di installare un antifurto senza fili senza l’aiuto di una persona esperta, si avrà la possibilità di risparmiare centinaia di euro. L’importante è non sottovalutare i kit di allarmi fai da te, ma sceglierli con cura, selezionando attentamente quello più adatto alle proprie esigenze.

News antifurto satellitare

News antifurto satellitare

Si chiama Vehicle Defense il super antifurto satellitare nato dalla partnership tra la Citroen e la Vodafone: il dispositivo, che da oggi in avanti si potrà trovare su tutti i veicoli commerciali prodotti dalla casa automobilistica francese, permetterà di tracciare più facilmente il mezzo rubato, di localizzarlo e di recuperarlo.

Per il momento i furgoncini che saranno interessati da questa novità sono il Nemo Van, il Jumpy, il Berlingo Van e il Combi, ma se la sperimentazione si rivelerà un successo, nei prossimi mesi l’antifurto satellitare potrebbe venire applicato anche sugli altri veicoli commerciali e sui mezzi privati prodotti dalla Citroen.

Come funziona Vehicle Defense? Il dispositivo, che è caratterizzato da dimensioni molto ridotte, si attiva con una Global Sim Lot Vodafone.

Costruito seguendo i più elevati standard in materia di sicurezza, l’antifurto satellitare non interferisce con gli altri impianti elettrici che si trovano all’interno dell’abitacolo del veicolo.

Un altro pregio di questo sistema è che, a differenza di molti altri antifurti satellitari presenti sul mercato, è dotato di un’autoalimentazione, quindi non dev’essere collegato all’elettricità né tanto meno dev’essere ricaricato.

Il montaggio è molto semplice e veloce e può essere effettuato direttamente dal guidatore senza richiedere l’intervento di un installatore professionale.
Per quanto riguarda l’attivazione, è sufficiente fare una chiamata alla Vodafone.

Una volta messo in funzione, il sistema è in grado di operare in 44 Paesi europei, 24 ore su 24 non stop per 365 giorni all’anno.

In caso di furto, l’autista non deve far altro che chiamare la sede operativa della Vodafone, che si attiva subito in tempo reale per rintracciare il veicolo, localizzarlo e organizzarne il recupero insieme alla polizia.

Cosa succede invece se il veicolo, anziché in Italia, viene rintracciato all’estero?
Il proprietario va forse incontro ad una trafila burocratica molto lunga?

E qui arriva un’altra buona notizia, perché non succede niente di tutto questo: se ad esempio il veicolo viene rubato in Italia, ma viene portato in Romania, la centrale operativa italiana della Vodafone si tiene in contatto con l’utente, offrendogli un servizio di supporto in lingua italiana.

Nello stesso tempo però contatta la sede operativa in Romania, con la quale collabora affinché il veicolo sia localizzato nel tempo più breve possibile e possa essere riconsegnato al legittimo proprietario con il supporto delle forze dell’ordine o della polizia locale.

Si tratta senza dubbio di una piacevole novità, visto che come ben sappiamo, può rivelarsi un’impresa recuperare un veicolo rubato e portato all’estero.

Allarme casa con fumogeno

Allarme casa con fumogeno

Certo che, se non fossimo nel terzo millennio, non riusciremmo a credere a tanta capacità innovativa nell’area della sicurezza domestica.

Da qualche tempo, in internet, infatti sentiamo parlare i più informati di apparecchi in grado di scongiurare i più agguerriti intrusi attraverso forme di dissuasione attiva, peraltro completamente innocua per la salute, in particolare si sente con insistenza parlare dell’ allarme casa con fumogeno, quale strumento che rivoluzionerà definitivamente il campo degli allarmi per abitazione.

Abbiamo cercato di contattare la famosa azienda abruzzese che ne detiene il brevetto, artefice della sua progettazione ed immissione nel mercato nazionale della sicurezza domestica ma, nulla da fare, bocche cucite su tutta la linea e li capiamo, considerata la delicatezza dell’argomento.

Ma noi, come sempre, non abbiamo desistito e ci siamo documentati in maniera trasversale, attraverso il web e le informazioni che abbiamo raccolto farebbero tremare i polsi persino ad Arsenio Lupen.

Questi geniacci dell’elettronica in terra d’Abruzzo hanno scoperto davvero l’uovo di Colombo, sensori fumogeni che, stimolati adeguatamente, immettono in ambiente una cortina fumogena densa tanto da annullare completamente la visibilità all’interno dei locali.

Si tratta dunque di gas ma chiariamoci, completamente innocui sia per l’essere umano che per gli animali domestici, indi, nessun rischio per la salute….neanche quella del malintenzionato.

Pensate solo per un attimo ai risvolti di questa affascinante scoperta, con questi nebbiogeni inseriti in un impianto di allarme casa con fumogeno nessuno può resistere all’interno dei locali, neanche per pochi minuti ma deve quanto prima cercare di uscire per guadagnare la fuga, altrimenti rischia seriamente di non ritrovare neanche l’uscita da cui è entrato.

Infinite dunque appaiono le applicazioni di questo allarme casa con fumogeno dagli ambienti domestici a quelli commerciali con finalità antirapina fino ad oggi neanche lontanamente immaginabili.

Pensiamo a tutte quelle tabaccherie o gioiellerie per esempio rapinate decine di volte, quasi fossero divenute veri e propri bancomat per ladruncoli e riusciremo a comprendere la portata di questo vero e proprio miracolo dell’elettronica applicata ai sistemi di sicurezza.

Sicurezza attiva dunque e non più solo suoni di sirene che cercano di richiamare l’attenzione di passanti distratti, una svolta epocale.

Siamo dunque passati da sistemi a sola difesa passiva ad innovativi sistemi di difesa attiva la cui funzione non è più solo quella di fare scattare allarmi ma anche di tentare di scongiurare il perfezionamento di azioni criminose in corso di esecuzione e, soprattutto in maniera non cruenta che non espongono chi li detiene a rischi legali di alcun genere.

E l’ingresso del garage si può controllare con lo stesso telecomando?

E l’ingresso del garage si può controllare con lo stesso telecomando?

Buongiorno a tutti voi,  per la prima volta mi ritrovo da lettrice a tecnico installatore.

Vengo e mi spiego, sono tre giorni che discuto animatamente con mio marito perché dopo aver installato il nostro primo impianto di allarme casa, acquistato con soddisfazione  in rete e montato tutto in regime di fai da te.

Tutto perfetto, tranne il fatto che quando rientriamo con la macchina ed apriamo con il telecomando la basculante del garage convinti di aver disinserito l’impianto di allarme, questo suona regolarmente.

Cosa dobbiamo fare per risolvere questo piccolo ma antipatico problema?

Grazie.

Angela

 

 

Cara Angela,  complimenti innanzitutto, non sempre troviamo lettrici attente e capaci di installare da se un impianto di allarme casa, per quanto semplice.

Sovente accade, per tornare al nostro problema, che le caratteristiche costruttive dell’immobile presso il quale installiamo un impianto di allarme casa ostacolino in maniera più o meno determinante la propagazione delle onde radio che permettono una regolare comunicazione tra centralina e sensori o viceversa.

In casi come questo però, la soluzione è molto più semplice di quanto si immagini, basterà montare un duplicatore di segnale in prossimità della porta del garage e vedrà che tutto il sistema tornerà a funzionare regolarmente.

Se così non fosse torni pure a scriverci con tranquillità, sarà un piacere risponderle.

Buon lavoro.