Bonus antifurto e telecamere 2024: cos’è e come chiederlo

Bonus antifurto e telecamere 2024: cos’è e come chiederlo

Nel 2024 i cittadini in Italia continuano ad avere accesso ad una misura importante, quella del bonus antifurto e telecamere. Si tratta di un’iniziativa governativa che mette a disposizione una detrazione fiscale per coloro che investono in sistemi di sicurezza per la propria abitazione.

L’incentivo è stato confermato anche con la recente Legge di Bilancio e la fruizione è disponibile per alcune persone che soddisfano dei requisiti specifici, stabiliti per l’accesso a questo contributo, facente parte del più ampio bonus ristrutturazioni. Ma quali sono i dettagli che riguardano il bonus antifurto e telecamere 2024? A quanto corrisponde il valore dell’agevolazione e quali sono i criteri per poterlo ricevere quest’anno?

Gli interventi coperti dal bonus

Come spiegato in precedenza, il governo ha deciso di inserire nuovamente il bonus per la sicurezza domestica tra le iniziative previste per il benessere dei cittadini.

La decisione è particolarmente significativa, perché consente di continuare ad usufruire di un bonus che copre le spese sostenute per installare dispositivi di sicurezza o sistemi di allarme nelle abitazioni, oltre che quelle per acquistare elementi come porte blindate, serrature avanzate, spioncini, sensori per l’apertura o il danneggiamento, vetri anti-intrusione, telecamere di videosorveglianza.

Gli interventi coperti dal bonus sono davvero tanti e sono quelli finalizzati al potenziamento oppure alla sostituzione dei sistemi dedicati alla protezione della sicurezza in casa.

A quanto corrisponde il bonus sicurezza

Bisogna tenere conto del fatto che le norme prevedono un limite di spesa di 96.000 euro per ogni proprietà immobiliare. L’incentivo è disponibile sotto forma di detrazione fiscale, che permette a chi beneficia di questa misura di avere a disposizione una detrazione del 50% sulle spese sostenute per installare i dispositivi di sicurezza o i sistemi di allarme in casa.

È essenziale, però, precisare che questa detrazione si applica soltanto ai costi di installazione delle telecamere e dei sensori. Vengono escluse, quindi, le spese che eventualmente sono sostenute per i servizi di sorveglianza.

La riduzione del 50% sui costi sostenuti per l’acquisto, per il potenziamento o per la sostituzione dei dispositivi di sicurezza sarà distribuita su un periodo di 10 anni. Questo vuol dire che metà dell’investimento verrà recuperata attraverso delle detrazioni annuali sulle imposte dovute, distribuite proprio su un decennio.

Chi può richiedere il bonus

Il bonus può essere richiesto da tutti coloro che sono tenuti al versamento dell’IRES o dell’IRPEF, indipendentemente dal fatto che la loro residenza sia in Italia. Sia chi possiede un immobile che chi ne detiene l’uso, come nel caso degli inquilini, può inoltrare la richiesta per le detrazioni. Possono fare domanda anche gli affittuari, i membri di cooperative, gli utilizzatori a titolo gratuito o gli imprenditori individuali che possiedano un’unità immobiliare o che siano locatari di spazi in cui sono installati beni o servizi legati al bonus.

Per accedere a questo tipo di incentivo fiscale, che prevede una detrazione del 50%, è fondamentale documentare i pagamenti che sono stati effettuati. Per questo è necessario presentare il modello 730 o la dichiarazione dei redditi entro il termine previsto per il 31 dicembre 2024, in modo da poter beneficiare del bonus.

Bonus fiscale antifurto 2023: come funziona e chi può richiederlo

Bonus fiscale antifurto 2023: come funziona e chi può richiederlo

È disponibile il bonus sicurezza 2023, un bonus fiscale per antifurto che corrisponde ad una detrazione del 50%. La protezione della casa da furti o da intrusioni non autorizzate da parte di malintenzionati deve essere sempre al primo posto tra le esigenze da rispettare. Leggiamo spesso di fatti di cronaca che fanno preoccupare e per questo il pensiero va a quali soluzioni adottare per proteggersi adeguatamente e per proteggere costantemente la propria casa e le persone care. Le agevolazioni disponibili a livello statale si pongono proprio l’obiettivo di rendere possibile tutto questo, avendo a disposizione una precisa detrazione Irpef. Vediamo come funziona il bonus.

Chi può richiedere il bonus antifurto 2023

L’agevolazione di cui stiamo parlando è stata messa a disposizione dei cittadini del nostro Paese anche per l’anno 2023. I contribuenti possono utilizzare questo bonus fiscale antifurto 2023 nel momento in cui effettuano le pratiche della dichiarazione dei redditi.

Si ha così la possibilità di installare dei sistemi antifurto e dei rilevatori all’interno della propria abitazione, aumentando il livello di sicurezza. Il bonus può essere chiesto fino all’ultimo giorno del 2024.

Si potrà così ottenere una detrazione Irpef ripartita in 10 quote annuali, che hanno tutte lo stesso importo. Bisogna ricordare anche che è presente un limite di spesa, corrispondente a 96.000 euro al massimo.

Inoltre chi vuole fare riferimento a questo bonus sicurezza deve avere la possibilità di documentare le spese sostenute attraverso un bonifico, nel quale devono essere sempre indicati i dati del beneficiario della somma e di chi effettua la spesa.

Non solo i proprietari possono richiedere il bonus fiscale antifurto 2023. Le agevolazioni sono disponibili anche per i comodatari, gli inquilini di un immobile o gli usufruttuari.

Gli interventi possibili

Nella spesa che può rientrare nella detrazione fiscale sono compresi diversi interventi, come quelli che riguardano in generale gli impianti antifurto e contro le intrusioni, anche quelli wireless che si possono installare in casa con il fai da te, i sistemi di allarme in generale e gli impianti di videosorveglianza.

Negli interventi possibili rientrano anche altri dispositivi e strumenti, come, per esempio, i nebbiogeni e i sistemi contro le rapine.

Cosa indicare nella fattura

Nella fattura bisogna indicare alcuni elementi essenziali per poter ottenere il bonus. Si tratta del codice fiscale del beneficiario, di quello dell’azienda, la causale facendo esplicito riferimento all’articolo 16 bis del Dpr 917 del 1986, il numero delle fatture e la data e gli importi.

In questo modo si può avere a disposizione un sistema sempre efficiente per la sicurezza. In particolare segnaliamo il portale casasicura.it, che aderisce all’iniziativa del bonus sicurezza 2023 e consente di usufruire di un importante risparmio, perché produce e vende in modo diretto, senza intermediari.

Bonus antifurto 2022: come ottenerlo

Bonus antifurto 2022: come ottenerlo

Proteggere la nostra casa è veramente molto importante. Lo possiamo fare installando i giusti sistemi di sicurezza. Una possibilità resa ancora più vantaggiosa e conveniente grazie alle detrazioni che sono state decise a livello statale per il 2022. Si tratta di un’opportunità da tenere in forte considerazione, perché la casa è il luogo in cui ci sentiamo più al sicuro, riparandoci dalle azioni commesse da eventuali malintenzionati. Con il bonus sicurezza 2022 abbiamo la possibilità di risparmiare il 50% delle spese sostenute per acquistare e installare diversi tipi di antifurto.

Chi ha diritto a ricevere il bonus sicurezza 2022

Il bonus sicurezza 2022 è costituito da una detrazione fiscale del 50%, fino ad un tetto massimo ammissibile di spesa pari a 96.000 euro. Si può usufruire del rimborso in 10 quote annuali. Non necessariamente deve essere richiesto in abbinamento alla ristrutturazione della casa.

Possono richiedere la detrazione i proprietari dell’immobile, gli inquilini (con il consenso del proprietario), i comodatari, gli usufruttuari, i soci di cooperative, le imprese individuali e le società.

È importante però, per ottenere l’agevolazione, che i richiedenti siano in regola con il pagamento dell’IMU.

Altra condizione fondamentale per ottenere la detrazione consiste nel fatto che le spese devono essere pagate con il bonifico parlante. Quest’ultimo deve riportare il codice fiscale del beneficiario e quello dell’impresa che effettua i lavori. Deve avere specificata anche la causale del versamento facendo riferimento alla normativa e deve riportare il numero e la data della fattura.

Quali sono le spese ammesse

Per richiedere la detrazione fiscale 2022 sulla sicurezza non si devono presentare apposite domande, ma il tutto va fatto al momento della dichiarazione dei redditi, indicando l’importo speso e i dati catastali dell’immobile.

Le detrazioni possono essere richieste per diversi motivi, per esempio per l’installazione di sistemi di allarme, di impianti di videosorveglianza a circuito chiuso e, in generale, per qualsiasi impianto antintrusione.

Sono previsti rimborsi anche per l’installazione di porte blindate e per la messa a punto di impianti antincendio, contro le fughe di gas o allagamenti. Inoltre rientrano sempre nelle spese ammissibili quelle relative all’installazione di un sistema nebbiogeno.

Green Pass obbligatorio esteso a trasporti e scuola: il sistema per controllarlo

Attualmente il Green Pass è già obbligatorio nei locali pubblici al chiuso, come i bar e i ristoranti. Il Governo con un apposito decreto ha preso questa misura per riuscire a rimediare al dilagare dei contagi dovuti all’epidemia di Covid 19. La certificazione verde dimostra che l’utente che si reca presso un locale pubblico può entrare, perché si è sottoposto al vaccino, perché è guarito dall’infezione e quindi possiede già un’immunizzazione specifica o perché si è sottoposto ad un tampone molecolare in tempi recenti.

A che cosa viene esteso l’uso del Green Pass

Mentre in una prima fase la certificazione verde è destinata soltanto all’accesso in alcuni specifici locali, che comprendono, oltre ai ristoranti e ai bar, anche le piscine, i centri benessere e le palestre, successivamente è prevista un’estensione dell’obbligo della certificazione anche per altri ambiti.

Per esempio viene introdotto in una fase successiva l’obbligo del Green Pass anche nei trasporti pubblici, per i treni a media e lunga percorrenza e per l’aereo. Sui mezzi di trasporto le compagnie e le aziende dovranno verificare la validità del Green Pass.

Inoltre l’esecutivo ha stabilito l’obbligo anche del personale della scuola di mostrare il Green Pass per accedere all’interno degli istituti, con sospensione dal servizio in caso di mancato rispetto delle regole. Lo stesso discorso vale per le università, tutelando comunque i lavoratori fragili che non possono vaccinarsi.

Il sistema di controllo per verificare la certificazione verde

Diventa sempre più importante, in funzione di questi obblighi, avere la possibilità di estendere un controllo preciso sulla validità o meno del Green Pass mostrato dagli utenti nei luoghi in cui viene stabilito il suo possesso.

Per questo, per garantire il tutto in maniera professionale e automatica, è nato un sistema di controllo come quello di CasaSicura. Si tratta di un dispositivo che ha le caratteristiche estetiche tipiche di un tablet e che si deve posizionare all’ingresso dei luoghi in cui si può entrare soltanto con un Green Pass valido.

Il dispositivo funziona come uno smartphone. Infatti basta soltanto collegarlo ad un alimentatore USB o ad una batteria integrata e accenderlo. Il checker permette la verifica immediata del Green Pass, sia di quello italiano che del Green Pass europeo.

In pochissimi secondi svolge la sua azione in maniera del tutto automatica, senza che ci sia la necessità di una persona addetta. Il Green Pass Checker di cui stiamo parlando presenta un lettore ad alta risoluzione, che evita il problema di effettuare più tentativi di riconoscere il Green Pass.

Se la certificazione è valida e quindi c’è una segnalazione verde, l’utente può passare. Se invece è valido, ma è scaduto, viene messa in atto una segnalazione rossa e l’utente non può accedere. Il dispositivo riesce a riconoscere anche un Green Pass falso ed è programmato per scongiurare la funzione antiabuso, per evitare che più persone si possano scambiare lo stesso certificato.

Anche in questo caso, infatti, il sistema si accorge che è stata commessa una violazione e invia un allarme. L’avviso viene generato tramite un allarme vocale e visivo, in modo che il gestore del locale o chi si occupa della sorveglianza possano intervenire.

Maggiori dettagli sul sito Casasicura.it

 



 

Detrazione 50% per allarme casa: come funziona

Detrazione 50% per allarme casa: come funziona

Forse non tutti lo sanno, ma per tutto il 2021 si possono installare in casa sistemi antifurto, usufruendo della detrazione fiscale al 50%. È un’ottima occasione, da non lasciarsi sfuggire, che viene messa a disposizione di vari soggetti. Per esempio possono beneficiare di questa agevolazione fiscale i proprietari degli immobili, gli inquilini, i familiari che convivono con il proprietario e i titolari dei diritti reali o personali di godimento sull’immobile. Ma in che cosa consiste esattamente la detrazione fiscale al 50% per i sistemi antifurto e quali opere sono ammesse per ottenere questo beneficio? Approfondiamo la questione.

Come funzionano le detrazioni fiscali per i sistemi antifurto

Chi sceglie di realizzare lavori di ristrutturazione di un immobile, mettendo in atto delle spese per prevenire che terze persone possano commettere atti illeciti in casa, può detrarre fino al 31 dicembre 2021 il 50% delle spese che sostiene entro la soglia massima di 96.000 euro per ogni unità immobiliare.

Questa detrazione di cui si usufruisce deve essere indicata nella dichiarazione dei redditi e viene ripartita in dieci quote annuali tutte dello stesso importo. Per avere questa detrazione è necessario pagare le spese che si sostengono con un bonifico bancario parlante, ovvero con un bonifico che indica la causale del versamento, che riporta il codice fiscale del contribuente e il numero di partita IVA della ditta che esegue i lavori.

In alternativa alla detrazione fiscale si può scegliere uno sconto in fattura, con la possibilità di pagare di meno e, per le ditte, di recuperare lo sconto applicato sotto forma di credito d’imposta.

Quali sono le misure oggetto dell’agevolazione

L’agevolazione economica di cui stiamo parlando viene resa non soltanto per l’installazione di un sistema antifurto, come può essere per esempio un kit di videosorveglianza. Infatti riguarda tutte quelle misure che sono volte a prevenire il compimento di atti illeciti.

Secondo quelle che sono state le spiegazioni dell’Agenzia delle Entrate, possono essere detratte le spese per mettere grate alle finestre, per sostituire serrature, lucchetti e catenacci, per rafforzare cancellate o recinzioni murarie.

E poi ancora l’opportunità è riservata a chi sceglie di installare porte blindate, vetri antisfondamento, casseforti a muro.

Obbligo di misurazione della temperatura? Le telecamere termiche nella fase 2 coronavirus.

Obbligo di misurazione della temperatura? Le telecamere termiche nella fase 2 coronavirus.

L’emergenza coronavirus sembra essere finita e tra qualche giorno partirà la cosiddetta fase 2 che comunque imporrà non pochi obblighi, a tutti ovviamente, ma soprattutto alle aziende.

Infatti, anche se terminata l’emergenza, nell’immediato futuro comunque bisognerà fare i conti con la presenza del covid 19; quindi il problema della convivenza con persone che possono manifestare stati febbrili ed eventualmente essere affette da coronavirus va affrontato e risolto.

Per questo sembra essere imminente l’obbligo di controllare i punti di accesso agli edifici con termoscanner o telecamere termiche.

Questi dispositivi consentono di effettuare la rilevazione e misurazione della temperatura corporea ed utilizzano la tecnologia del rilevamento termografico di un corpo, che normalmente emette radiazione infrarossa.

Le telecamere termiche o termografiche moderne consentono di effettuare questa misurazione in automatico e senza necessità di altre apparecchiature, a differenza dei termoscanner tradizionali che invece devono essere utilizzati da un operatore che effettui la misurazione.

Il settore della sicurezza offre diverse soluzioni che si differenziano in base a caratteristiche e prezzo.

E’ facile trovare soluzioni tra i marchi più conosciuti (Hikvision, Dahua, Axis, Flir, Bosch, per citare i più conosciuti) ma occorre valutare attentamente le caratteristiche in base alle reali esigenze e ambiti applicativi oltre che il budget a disposizione.

Limitandosi esclusivamente a valutare un prodotto professionale può essere presa come esempio la telecamera termica che troviamo su Casasicura, sito di riferimento del settore della sicurezza.

La termocamera proposta ha innanzitutto un prezzo molto basso per le caratteristiche e tecnologie di cui dispone; paragonandola a telecamere termiche di altri marchi si possono riscontrare pari caratteristiche o addirittura migliori.

Le principali caratteristiche in dettaglio: telecamera termografica con tecnologia bispectrum, doppio sensore ottico e termico, rilevamento volti, misurazione e visualizzazione temperatura, funzione di alert in caso di temperatura superiore ai 37,3°C, controllo locale e remoto sia video che eventi, notifica push su APP.

Si può installare a parete o a soffitto in punti di passaggio obbligato o di accesso ai locali interni. Il dispositivo è capace di effettuare in totale autonomia la misurazione istantanea della temperatura corporea di una o più persone presenti nell’area inquadrata e segnalare con messaggio vocale.

Quando la temperatura supera i 37,3°C viene generato un allarme con sirena e notifica istantanea su APP, e possono essere collegati uno o più dispositivi. Da evidenziare che questa termocamera può essere utilizzata anche senza internet e si collega direttamente a smartphone, tablet o TV.

Tecnologia, facilità di utilizzo e prezzo, queste sono le valutazioni da fare per la scelta migliore.

Maggiori dettagli sul sito www.casasicura.it

Antifurto: installazione a regola d’arte

Antifurto: installazione a regola d’arte

Buon pomeriggio,

mi chiamo Tiberio e possiedo una ditta individuale per la quale mi occupo dell’installazione di sistemi d’allarme, nella maggior parte dei casi di tipo wireless. Ho deciso di contattarti per domandarti se, in base alle tue conoscenze, sai se la legge attuale mi obbliga a rilasciare ai miei clienti delle specifiche certificazioni, per esempio quella della quale si parla nel DM 37/08. La cosa mi interessa particolarmente poiché un utente mi ha domandato pochi giorni fa se posso rilasciargliela, da ciò che mi ha detto sembra ne abbia sentito parlare nell’ambito delle certificazioni di lavoro effettuato a “regola d’arte”. Spero avere un buon consiglio da te, nel frattempo ti ringrazio per l’attenzione!

Un saluto

Tiberio

Risposta:

Buon pomeriggio Tiberio,

prima di tutto ti sottolineo, e lo faccio anche per chi ci legge, che non sono un avvocato, pertanto la mia resta una opinione personale, certamente da verificare. Detto ciò, ti ringrazio per avermi dato questo interessante spunto di riflessione! Vado con ordine per fare un po’ chiarezza su questa tematica: il DM 37/08 ha disposto l’abrogazione della legge 46/90 e ha decretato nuove norme nell’ambito dell’installazione di impianti elettrici e di altre tipologie di sistemi specificati nell’oggetto. Parliamo di una legge, per cui l’osservanza è d’obbligo! Dunque, per ciò che ti riguarda, dovresti verificare che il tipo di impianto che installi rientra tra le tipologie riportate nel campo d’applicazione, in tal caso non ci saranno perplessità da parte tua sull’obbligo di rilasciare questa dichiarazione.

Per quanto concerne l’installazione a “regola d’arte”, si tratta di un principio che somiglia molto, per capirci, a quello che nel codice civile si definisce “diligenza del buon padre di famiglia”, ciò vuol dire che, non potendo esporre in modo dettagliato cosa si può e si deve fare, vale il principio del buon senso e quello della responsabilità. Dunque risulta importante fare attenzione e rispettare le clausole del contratto, in più anche nel DM (articolo 5 comma 3 e articolo 6 comma 1) si dichiara che gli impianti e i progetti eseguiti in base le normative vigenti sono da considerare “a regola d’arte”.

Per sintetizzare e concludere, la dicitura “a regola d’arte” riguarda nella fattispecie il come viene realizzato il lavoro, e a tal proposito il DM stabilisce per legge che occorre seguire la regola d’arte, rilasciare necessariamente la certificazione e determinare quali devono essere i requisiti sia per progettare che per certificare. Detto ciò, penso che nella tua situazione specifica, se il sistema di allarme è collegato alla rete elettrica, la certificazione per l’ambito elettrico è obbligatoria; se all’opposto si tratta della parte ‘allarme’ nell’ambito prestazionale, la norma sia di impianto che di prodotto è prettamente volontaria.

Spero di averti fatto un quadro della materia abbastanza chiaro e dettagliato, mi rendo conto che l’argomento, anche se interessante, è un po’ ostico… ma con le dritte che ti ho dato dovresti comunque risolvere il problema! Ad ogni modo tienimi aggiornato, sono curioso, e per altre domande torna pure a contattarmi, mi fa piacere darmi una mano! Un saluto e a presto!

Detrazione fiscale antifurto casa

Detrazione fiscale antifurto casa

Da diversi anni le applicazioni in campo tecnologico hanno compiuto molti passi in avanti, e rivestono un ruolo sempre più importante sia in ambito privato che pubblico; in tale contesto rientrano i sistemi di sicurezza, dall’antifurto alla videosorveglianza, sempre più utilizzati per proteggere non solo le abitazioni ma anche i negozi, gli uffici, le aziende e le attività commerciali dalla micro e macro criminalità. Inoltre la spesa da sostenere per acquistare ed installate questa tipologia di sistemi, rispetto al passato, si è ridotta notevolmente, sino a diventare accessibili ai più. Per agevolare il mercato e i cittadini che decidono di mettere in sicurezza i propri beni, lo Stato dà l’opportunità di usufruire di detrazioni fiscali del 50 % : come avviene per le ristrutturazioni edilizie, anche gli impianti di antifurto e di videosorveglianza garantiscono la possibilità, da parte di chi se ne dota, di accedere a tali agevolazioni.

Secondo quanto previsto nel decreto legge 201 del 2011, si possono detrarre tutti i costi sostenuti per acquistare, installare ed effettuare perizie di impianti d’allarme per case, attività commerciali e uffici; per gli interventi di rafforzamento, sostituzione o installazione di cancelli o recinzioni murarie; per il montaggio di portoni blindati, casseforti, sistemi di videosorveglianza, saracinesche, inferriate per serramenti, tapparelle di metallo e vetri anti rottura e anti sfondamento (non sono detraibili, invece, i contratti stipulati con gli istituti di vigilanza privati). Vediamo quali sono i soggetti che possono godere delle detrazioni fiscali: i proprietari dell’edificio nel quale avviene l’installazione del sistema di antifurto e/o videosorveglianza; i nudi proprietari; gli usufruttuari; i locatari; i soci di cooperative e società semplici; gli imprenditori individuali per immobili che non rientrano nei beni strumentali; i familiari conviventi del proprietario della struttura allarmata.

Per ciò che concerne le agevolazioni sull’Iva per l’acquisto e l’installazione di impianti di sicurezza, non vi è solo la detraibilità del 50% di cui via abbiamo appena parlato ma anche l’Iva agevolata al 10 invece del 21% sulla merce acquistata. Per fare un esempio concreto, prendiamo in considerazione un impianto d’antifurto che ha un costo di 2000 euro, mentre l’installazione ha un costo di 500 euro, per un totale di 2500 euro: il proprietario di un sistema simile può godere dell’iva al 10% solo sulla differenza tra il totale della spesa e del costo dei beni (quindi 2500 – 2000), dunque l’iva al 10% viene applicata ai 500 euro mentre sul resto sarà al 21%. Per capire come si calcolano le detrazioni fiscali del 50 %, vediamo un altro esempio pratico: se un cittadino spende in totale 10.000 euro per l’installazione di un sistema d’antifurto, il 50% sarà 5.000 euro: la detrazione è dello stesso importo distribuita per 10 anni, quindi si potranno detrarre dalla dichiarazione dei redditi 500 euro ogni anno.

Per fruire delle detrazioni fiscali è necessario che gli installatori fatturino tutte le spese, quindi nessun pagamento in nero o in denaro contante, tutto dovrà essere accertabile tramite bonifici. Nella dichiarazione dei redditi, inoltre, dovranno essere riportati i dati catastali che individuano l’edificio come oggetto dell’installazione del sistema di sicurezza. Per tutti i dettagli basta visitare la guida alle detrazioni fiscali sul portale dell’Agenzia delle Entrate.

Detrazioni fiscali casa

Detrazioni fiscali casa

Le detrazioni fiscali riguardano sia l’acquisto che l’installazione di impianti per la messa in sicurezza della casa e per la sua riqualificazione a livello energetico. Oggigiorno, l’evoluzione esponenziale del settore tecnologico ha portato ad un progresso notevole nel campo dei sistemi di antifurto e di videosorveglianza: questi ultimi, da un decennio a questa parte, stanno occupando un posto sempre più rilevante in commercio; a tal proposito sono numerosi i cittadini che scelgono di proteggere la propria casa da ladri e malintenzionati grazie all’installazione di impianti di sicurezza. Rispetto al passato, il costo per l’acquisto e la successiva installazione di questa tipologia di impianti si è abbassato di molto, sino a divenire accessibile ai più.

Per andare maggiormente incontro agli utenti che scelgono di dotarsi di sistemi di sicurezza, lo Stato italiano prospetta delle agevolazioni fiscali del 50% con l’obiettivo di favorire ulteriormente questo tipo di mercato volto alla tutela dei beni e delle persone. In questo contesto i sistemi di antifurto e di videosorveglianza rappresenta un valido alleato non solo per chi se ne dota ma anche per le forze dell’ordine: più utenti provvedono all’installazione, maggiore sarà la probabilità che Polizia e Carabinieri possano svolgere al meglio e tempestivamente il loro lavoro. È proprio da tale idea che derivano le detrazioni che il Governo prospetta.

Qual è la tipologia di interventi grazie ai quali poter accedere alle agevolazioni fiscali? Lo Stato ha proposto l’istituzione di un bonus per gli utenti che si dotano di sistemi di sicurezza, il quale si applica alla ristrutturazione della casa nel caso in cui vengano previsti interventi volti a contrastare i furti, gli atti vandalici, i tentativi di scasso ecc. Nello specifico, parliamo dell’installazione di grate per porte e finestre, di portoni blindati, di saracinesche, di vetri con funzione antisfondamento, di cancelli, di casseforti e ovviamente di sistemi di allarme e di videosorveglianza. Per ciò che concerne i requisiti per poter usufruire delle detrazioni fiscali, si tratta di ristrutturazioni edilizie, le quali includono i lavori all’interno della struttura e comprendono anche l’installazione di telecamere di videosorveglianza e di sistemi di controllo.

Come funzionano le detrazioni fiscali? la legge prevede la detrazione delle spese sostenute per le prestazioni lavorative di tecnici, periti ed architetti; prevede che dai lavori di ristrutturazione effettuati in proprio è possibile detrarre i costi dedicati all’acquisto del materiale impiegato; invece, se si tratta di interventi di ristrutturazione dovuti all’ordinaria manutenzione, si possono detrarre solo le spese per le parti in comune di una struttura; il decreto prevede inoltre che le detrazioni fiscali siano distribuite nel tempo su quote decennali.

Per inviare la richiesta per la fruizione delle detrazioni fiscali, bisogna scaricare il modulo contenuto sul portale del sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, accedendo nella sezione dedicata alle Agevolazioni Fiscali. Come specificato prima, tali detrazioni vengono spalmate su quote decennali, ma risultano comunque molto allettanti, poiché basta pensare al fatto che questo meccanismo dà la possibilità ai cittadini di risparmiare non poco denaro, ossia fino alla metà dell’intera somma dedicata alla realizzazione dei lavori.

Telecamere in condominio

Telecamere in condominio

Un nuovo modo di proteggersi
Non se ne può più fare a meno: proteggere le proprie cose (dalla casa all’automobile), la propria persona, la propria famiglia e i propri beni, non è solo un fatto di sicurezza che aumenta la serenità della propria vita, ma è un dovere etico e civico.
È un po’ come per i vaccini: non c’è in gioco solo la salute del singolo ma quella di tutta la comunità nella quale il vaccinato è inserito.
La video sorveglianza in questo senso ha dato una svolta decisiva sia in termini di sicurezza attiva (vedere chi ci suona al campanello o al citofono ci evita spiacevoli sorprese), che passiva (difficilmente ladri e male intenzionati si aggirano volentieri in luoghi dove abbondano le telecamere).
Ed è un grande aiuto per tentare di trovare i colpevoli e recuperare almeno la refurtiva nel caso che quand’anche la deterrenza data dalla massiccia presenza delle videocamere non abbia funzionato come dissuasione e un reato abbia avuto comunque luogo.

I prezzi delle telecamere – inaccessibili appena uscite – oggi si sono talmente abbassati senza rinunciare alla qualità che se ne possono piazzare ovunque senza bisogno di investire grandi somme di denaro.
Anche l’installazione si è molto semplificata, e basta un po’ di manualità, un minimo di confidenza con le tecniche dei collegamenti elettrici e il minimo di attrezzatura necessaria per il bricolage che chiunque è in grado di realizzare un proprio impianto personale.
Il rispetto delle norme e dei regolamenti.
Infatti oggi il problema è soprattutto di rispetto della ‘privacy’: nessuno si può permettere di riprendere altre persone senza il loro consenso: in quest’ottica sono state emanate precise norme di legge che ne limitano gli usi – e soprattutto gli abusi – e soprattutto l’utilizzo delle registrazioni.
In particolare, aldilà della durata delle registrazioni che possono essere conservate, non è consentita la diffusione delle riprese effettuate se non in presenza di un reato verificato o per eventuali ricerche legate a qualche trasgressione.

Utilizzo di videosorveglianza nei condomini.
Da decenni sono ormai diffusi i videocitofoni, che però assolvono solo alla funzione di rivelare chi ci chiede di accedere alla nostra proprietà: questo tipo di semplice video sorveglianza non necessita di nessuna regolamentazione.
Diversi sono i casi di video sorveglianza del condominio, o di installazione di telecamere da parte dei singoli condomini o inquilini dell’edificio.
Impianti Condominiali di video sorveglianza
Gli impianti condominiali sono posti sotto la responsabilità dell’Amministrazione del condominio: non possono quindi essere visionati da nessuno senza una specifica autorizzazione dell’Amministratore e senza la presenza di un suo incaricato di fiducia.
Agli archivi delle riprese non possono avere accesso i singoli condomini (nemmeno quelli eventualmente danneggiati da un furto o da un tentativo di scasso), nemmeno i consiglieri del condominio, men che meno il portinaio che ha il solo compito di controllare il corretto funzionamento delle apparecchiature dell’impianto di videosorveglianza condominiale.

Per difendere i diritti dei terzi che si trovano a transitare nelle parti comuni del condominio diretti alle abitazioni è richiesto che appositi cartelli avvisino della presenza di telecamere e di un impianto di video sorveglianza con registrazione.
Oltretutto questi cartelli funzionano anche in ottica di deterrenza.
Impianti privati di video sorveglianza
Per gli impianti personali messi in funzione dai singoli condomini per aumentare il proprio livello di sicurezza vanno rispettate precise norme atte proprio a salvaguardare i diritti degli altri (anche non condomini) e in particolare la privacy.

Ad esempio un eventuale impianto aggiuntivo nel proprio box non può riprendere le parti comuni (nemmeno il cancello di ingresso comune o le scale di accesso) e nemmeno uno spazio troppo vasto antistante il proprio box, limitandosi alla superficie immediatamente antistante la sua saracinesca: insomma non può riprendere il via vai delle macchine degli altri condomini e della gente ma sorvegliare unicamente la zona nella quale potrebbe accedere un malintenzionato diretto alla sua proprietà.
Lo stesso discorso vale per le scale condominiali, gli ascensori comuni, i pianerottoli condivisi.
Un condomino o un inquilino può piazzare la propria telecamera per sorvegliare unicamente l’accesso (o gli accessi) al suo appartamento ma – nei limiti del possibile – non deve invadere la vita dei suoi vicini di piano o di quelli che per lavoro o altri motivi si trovano a transitare sulle parti comuni.
In ogni caso è tenuto a informare il condominio della presenza di un suo personale impianto di video sorveglianza dandone notizia attraverso una comunicazione all’amministratore.

Ovviamente all’interno del suo appartamento può piazzare tutte le telecamere che vuole, anche più di una per locale, anche una per ciascuna porta o finestra, anche con controllo remoto.
Ormai infatti esistono tutta una serie di applicazioni per gli smartphone che consentono di controllare in ogni momento la propria abitazione anche quando si è fuori, alcune che addirittura inviano un avviso in caso di presenze di estranei (se in caso non è prevista la presenza di nessuno).
Le più sofisticate addirittura non registrano se non in presenza di movimenti o di rumori (tenete presente che gli animali domestici, gatti o cani, si muovono normalmente, quindi nel caso disattivate questa funzione se non volete allarmi continui.

Prezzi e reperibilità.
Ormai potete trovare questi impianti facilmente: anche un comune elettricista è in grado di fornirvi una o più telecamere (e qualche consiglio sull’installazione); le grandi catene di elettrodomestici vi offrono una gamma vastissima che va dalle poche decine di euro di una semplice telecamera alle centinaia o migliaia di euro per gli impianti combinati più sofisticati.
Non parliamo di internet dove l’offerta è vastissima e le consegne ormai velocissime.
Ormai tutto molto facile da installare anche in proprio.
Allora non dobbiamo mai ricorrere ai professionisti per l’installazione?
Beh, in alcuni casi sono assolutamente indispensabili: se l’impianto è particolarmente sofisticato e prevede in collegamento con le forze dell’ordine.
Se il condominio è particolarmente grande e di conseguenza l’impianto è complesso.
E se i rapporti tra i condomini non sono particolarmente pacifici…
Meglio che le responsabilità ricadano su valenti professionisti.