Combinatore telefonico: PSTN e GSM

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Il combinatore telefonico è un componente fondamentale all’interno di un impianto antifurto. Questo piccolo dispositivo elettronico, essendo collegato con la centrale, permette al proprietario dell’abitazione, o chi per lui, di essere avvisato in caso di tentata intrusione, di un guasto sull’impianto, ecc.

Affinché possa effettuare chiamate, il combinatore telefonico deve essere in possesso di una linea telefonica oppure di una scheda SIM. Una volta che ha ricevuto il segnale di allarme dalla centrale, il combinatore inizia a collegarsi con i numeri telefonici pre-registrati: solitamente si va da un minimo di 3 a un massimo di 8 numeri memorizzati. È anche possibile, se lo si desidera, memorizzare il numero di telefono delle Forze dell’Ordine. In questo caso, però, è necessario fare una domanda scritta al Comando o al Commissariato più vicino all’abitazione.

Se il combinatore lo prevede, in caso di allarme, l’utente può interagire col combinatore telefonico, ad esempio azionando l’ascolto ambientale, accendendo le luci, ecc.

Qualora vogliate installare un combinatore telefonico PSTN, vi diamo un consiglio: buona cosa sarebbe disporre di due linee telefoniche, così da non collegarlo a quella inserita sugli elenchi telefonici. A cosa serve una seconda linea?È facilmente intuibile: il ladro, se fosse a conoscenza del numero, potrebbe tenere occupata la linea, cercando di impedire al combinatore di avvisare.

Risolta più affidabile, invece, il combinatore telefonico GSM. In questo caso, però, è fondamentale verificare preventivamente la buona ricezione del’operatore telefonico scelto.

I combinatori spesso sono già parte integrante della centrale d’allarme. Se così non dovesse essere, è possibile acquistarli con poco: il prezzo va dai 30 ai 150 euro a seconda del modello scelto.

2 thoughts on “Combinatore telefonico: PSTN e GSM

  • 8 Gennaio 2019 at 02:40
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    Per fare domanda alle forze dell’ordine devo recarmi in sede dell’uno o dell’altro o posso fare anche tramite l’online?

  • 22 Gennaio 2019 at 02:47
    Permalink

    Qual è l’iter per richiedere il collegamento con istituti di vigilanza privata?

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