Il Castello Sforzesco è uno dei luoghi di interesse più sorvegliati di Milano, ma nel 2014 fu protagonista di un furto che fece davvero scalpore, sia perché vennero rubate tre opere considerate di grande valore storico, sia perché il ladro non era un professionista che aveva agito su commissione, bensì un turista che aveva deciso di fare una bravata.
Ma cosa accadde nei fatti? Il 23 agosto 2014 un addetto alla sicurezza, mentre stava effettuando il consueto giro di controllo della pinacoteca, si accorse che mancavano tre dipinti di un anonimo cremonese del 1400, che raffiguravano dei volti maschili.
I quadri, di piccole dimensioni, appartenevano al comune di Milano ed erano stati prelevati dalla parete della Sala Ducale. Subito avvertita, la responsabile della pinacoteca chiamò la polizia, che però non poté far altro che constatare il furto delle opere.
La polemica però esplose letteralmente quando le forze dell’ordine, dopo aver acquisito i filmati della sala, si accorsero che la parete su cui si trovavano i quadri non era coperta dalla videosorveglianza.
Motivo per cui, successivamente, si decise di aumentare il numero delle telecamere nelle sale, visto che i sei addetti alla sicurezza, che passavano sempre per controllare che i visitatori non commettessero furti o non danneggiassero le opere, non erano stati in grado di intercettare il ladro.
Inizialmente, e questa fu un’ipotesi che fece anche Francesca Tasso, la responsabile che gestiva allora la pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano, si parlò dell’opera di un professionista, che aveva studiato nei dettagli la sala in cui erano esposte le tre tavole lignee e che, rendendosi conto che l’area non era coperta dalla videosorveglianza, aveva agito in modo indisturbato.
Tuttavia, nemmeno ventiquattro ore dopo, si scoprì che il furto non era da imputare ad un ladro che aveva agito su commissione di un collezionista senza scrupoli, ma ad un turista di passaggio che aveva deciso di fare una bravata.
L’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva approfittato di un’assenza temporanea del personale per portare via le tre tele, il cui valore era stimato intorno ai quindicimila euro.
A notare per primo l’assenza dei dipinti era stato un dipendente del Castello Sforzesco, che però in un primo momento aveva pensato che fossero stati spostati in un’altra sala oppure in un deposito.
Il furto, avvenuto in pieno giorno, scatenò anche l’ironia dei giornali e le domande dei visitatori del museo: una di queste, che ancora oggi non ha trovato risposta, riguarda la denuncia.
Nonostante l’addetto alla sicurezza si fosse accorto già intorno alle 15.50 della mancanza dei quadri, la denuncia arrivò soltanto alle 20.50. Ben cinque ore dopo.
Abbastanza per permettere al ladro improvvisato di scappare con la refurtiva.