Sensori a tenda: la protezione invisibile

Sensori a tenda: la protezione invisibile

Si sa la prevenzione non è mai troppa e questa regola, quando applicata alla sicurezza propria e dei propri beni, diventa ancora più vera. Avere un buon antifurto, di questi tempi, è assolutamente una buona idea. Ma può bastare? Per sentivi davvero al sicuro, ci sono anche altre soluzioni che unite, al sistema di allarme, possono garantirvi una protezione totale. Parliamo, ad esempio, dei sensori a tenda. Vediamo di cosa si tratta.

I sensori a tenda rappresentano un ottimo strumento per proteggere la vostra casa, specie se munita di giardino e con animali domestici. Questi sensori, spesso chiamati impropriamente a tendina, rilevano la presenza e il passaggio in un’area molto ristretta e limitata, proprio come se fossero una tenda. Infatti, si intende una barriera verticale, simile ad una tenda. Se questa area viene attraversata. si genera l’allarme.

Generalmente, questo dispositivo viene applicato a finestre e infissi, così da rilevare solo l’attraversamento del varco, lasciando la possibilità di muoversi all’interno ed all’esterno di questa area così precisa.

I sensori a tenda vengono, poi, consigliati anche perché sono disponibili in molte colorazioni, quindi si adattano bene a qualsiasi tipologia di serramento voi abbiate. In altre parole, non c’è da preoccuparsi per l’estetica della casa e del giardino, potrete trovare la soluzione che fa più al caso vostro. Inoltre, un altro importante vantaggio è che questi sensori sono in grado di intervenire prima che gli infissi vengano scassinati, di fatto impedendo che l’intrusione avvenga. Infine, è possibile attivarli in modo totale o parziale, in base all’assenza o alla presenza di persone in casa.

Qualora questi componenti andassero ad espandere o potenziare un sistema d’allarme antifurto già esistente, non hai da temere problemi i complicazioni. Si tratta di dispositivi che potrete trovare sia via cavo che via radio, che al massimo possono richiedere un adattamento in centrale.

Videosorveglianza su internet

Videosorveglianza su internet

Il settore della videosorveglianza su internet è attualmente al centro di una fervente discussione fra chi la ritiene il futuro e fra coloro che al contrario ritengono che possa rappresentare un grande problema per la sicurezza del proprio impianto di videosorveglianza. In questo contesto, iniziamo da un fatto, ovvero dalla possibilità che un hacker riesca ad entrare in un sistema di sicurezza; in passato un hacker molto abile è riuscito addirittura ad eludere le difese del Pentagono, penetrando nel loro sistema di sicurezza online. Ovviamente, si tratta di un caso limite, che nella fattispecie richiede tantissimo tempo e delle competenze fuori dal comune per la maggior parte degli individui. Detto ciò, è un fatto che la videosorveglianza in internet non sarà mai sicura al 100 %, ciò nonostante non risulta per nulla semplice abbattere le resistenze ed hackerare l’impianto, in quanto sono indispensabili delle tecnologie specifiche e molte altre competenze informatiche.

Pertanto, possiamo dire che un sistema può essere violato, ma esistono sempre delle soluzioni per aumentare la sicurezza seguendo delle semplici regole. Innanzitutto, per quanto riguarda il videoregistratore Digital Video Recorder, è sempre meglio dotarsi di un sistema innovativo ed avanzato per poter assicurare la realizzazione di una rete con una protezione di base già elevata in partenza. Inoltre, è consigliabile non usare mai la porta 80, ossia quella usata solitamente per l’accesso alla rete internet: sostituirla, infatti, renderebbe il lavoro assai complicato ad un’eventuale hacker, in quanto per penetrare nel sistema dovrà per forza conoscere qual è la porta usata per la connessione alla rete. Un altro accorgimento è anche quello di cambiare la password con cadenza regolare, usando nella composizione del codice sia lettere che numeri.

Dunque, seguendo queste piccole ed importanti accortezze, potremmo riuscire senza criticità a rendere le cose molto complicate al nostro eventuale nemico, il quale, oltre a dover ricavare la password e la porta usata per la connessione, dovrà inevitabilmente sapere anche l’indirizzo IP della rete. Si tratta di questioni non da poco anche per un hacker molto esperto, il quale avrà sicuramente più interesse ad entrare in sistemi ben più appetibili rispetto a quelli di videocamere che sorvegliano una semplice abitazione. Un hacker, infatti, dovrebbe avere una valevole motivazione per cercare una maniera per entrare nelle vostre difese spendendo tempo e sforzi in tali attività.

Dopo queste considerazioni, risulta palese che un sistema per la videosorveglianza in internet resta una soluzione assai valida, in quanto la comodità nella gestione permette all’utente di poterlo regolare e controllare anche a distanza da apparecchi come lo Smartphone, il Tablet o il personal computer. La videosorveglianza su internet è semplice da utilizzare proprio perché si può gestire comodamente dal pc di casa e risulta anche molto potente, in quanto si possono sfruttare diversi software per ingrandire il servizio offerto dalle telecamere di videosorveglianza. Concludendo, la lontana possibilità che il sistema di videosorveglianza in internet possa essere forzato da un genio dell’informatica, non può rappresentare una motivazione sufficiente per desistere dal dotarsi di un impianto di videosorveglianza di questa tipologia.

Sistemi per la videosorveglianza di ultima generazione

Sistemi per la videosorveglianza di ultima generazione

Fino a oltre un decennio fa, le società che trattavano i sistemi di videosorveglianza erano davvero pochissime, soprattutto nell’ambito degli impianti di sicurezza con possibilità di gestione a distanza. Infatti, intorno alla fine degli anni 90’, internet era diffuso solo nelle grandi aziende, pertanto i sistemi con controllo a distanza venivano collocati unicamente all’interno delle banche, delle ambasciate, dei grandi musei, dei locali delle forze dell’ordine, delle stazioni con i pozzi di petrolio o più in generale di ambienti in cui si presupponevano dei rischi elevati. Successivamente, con la diffusione della rete internet, la situazione è cambiata progressivamente, sino a giungere all’era contemporanea con la proliferazione dell’ADSL; in questo contesto anche il settore della videosorveglianza è cambiato notevolmente, proponendo sul mercato i videoregistratori digitali Digital Video Recorder con presa di rete LAN, facili da connettere ad internet e visualizzabili tramite la rete usando un personal computer, un Tablet o uno Smartphone, sia Iphone che Samsung con sistema Android.

Da qualche anno a questa parte, tutti i videoregistratori Digital Video Recorder sono passati da una compressione MJPEG ad una H.264, raggiungendo in tal modo un livello di compressione superiore, capace di far prolungare il numero dei giorni di registrazione senza al contempo far diminuire la qualità, accrescendo anche la velocità della trasmissione dello streaming video. In tale panorama, l’espansione della rete internet e la diffusione degli Smartphone ha ampliato considerevolmente la vendita dei sistemi per la videosorveglianza di ultima generazione anche per gli utenti privati, che oltre a rispondere al meglio alle necessità di sicurezza per i propri beni, riescono a visionare la propria casa in modo facile, comodo e intuitivo attraverso il telefono cellulare, ogni qualvolta che lo desiderano anche da remoto.

Inoltre, la legge sulla Privacy, ha agevolato notevolmente l’installazione dei sistemi per la videosorveglianza in campo domestico, consentendo a tutti i proprietari di abitazioni, che siano grandi ville o mini appartamenti, di installare il proprio sistema TVCC senza eccessive problematiche ed intoppi burocratici. Per ciò che concerne l’ambito professionale, la legge sulla videosorveglianza risulta senza dubbio più articolata e particolareggiata, ma inoltrando lo specifico modulo presso l’ufficio del lavoro ed adeguandosi alle normative in vigore (se necessario in alcuni contesti bisogna sottoscrivere un accordo con i rappresentanti sindacali dell’azienda), si può installare un sistema per la videosorveglianza anche nelle attività commerciali, negli uffici, nelle fabbriche, nelle aziende, nei negozi e così via.

In questo contesto, è importante sottolineare che la questione Privacy, nel campo della videosorveglianza, è una questione importante e di grandissima attualità. In Italia, infatti, tutto il procedimento di ripresa e di registrazione dei video generati dalle telecamere, è regolamentato da diversi decreti legislativi che hanno essenzialmente due scopi: informare le persone che vengono riprese, esplicitare la natura del trattamento delle immagini e chi ne sia il l’autore. Parliamo di una lista di informazioni che devono essere sempre ben comprensibili e visibili grazie all’installazione obbligatoria di specifici cartelli, che vanno posizionati in aree visibili; inoltre le autorità competenti devono essere a conoscenza dell’ubicazione delle telecamere per darne o meno l’autorizzazione.

Gli elementi fondamentali di ogni antifurto per casa

Gli elementi fondamentali di ogni antifurto per casa

Per sentirsi davvero protetti e al sicuro all’interno delle proprie mura domestico è importante essere in possesso di un buon sistema antifurto. Infatti, la presenza di un allarme all’interno della propria abitazione è, attualmente, uno dei pochi strumenti in grado di migliorare la propria sicurezza e quella della casa. Per chi, però, non ha conoscenze tecniche in materia può non essere facile orientarsi nel vasto mondo degli antifurto. Per questo ovvi vi illustriamo gli elementi essenziali di ogni impianto di antifurto.

Partiamo dalle basi: i sistemi antifurto si dividono in via cavo e via radio. Vi sono sistemi che offrono telecomandi con pulsanti antipanico, in grado di attivare l’allarme e di avvisare le autorità in caso di intrusione. Invece, un componente importante che non sempre viene dato in dotazione è la batteria extra. Si tratta di un componente che permette di mantenere attiva la sicurezza anche in caso di mancanza di corrente elettrica. Un consiglio utile per risparmiare sul lungo periodo è quello di optare per sistemi antifurto che utilizzino batterie ricaricabili.

Un altro elemento fondamentale in un sistema antifurto sono i rilevatori di fumo, i quali sono in grado di avvisarci in caso di incendio. Questo ci dà la possibilità di scappare in tempi celeri e di avvisare tempestivamente la società di gestione e i vigili del fuoco.

Sono altrettanto importanti i rilevatori di movimento, sensori estremamente sofisticati capaci di distinguere il volume di un animale da quello di un intruso. Questa tecnologia si rivela molto utile per evitare fastidiosi e inutili falsi allarmi.

Speed Dome: la telecamera che guarda a 360 gradi

Speed Dome: la telecamera che guarda a 360 gradi

Da un decennio a questa parte lo sviluppo in campo tecnologico sta compiendo passi da gigante, e con esso le proposte delle aziende che producono prodotti per la sicurezza e sistemi per la videosorveglianza. Se si è in cerca di una telecamera capace di monitorare il balcone di una casa, bisogna tener presente che tanti modelli presenti attualmente in commercio non riescono ad assicurare una copertura totale e, conseguentemente, lasciano prive di copertura diverse aree poste al di fuori dell’abitazione (i cosiddetti punti morti). Come fare per sopperire a tale problema? Prima di tutto è necessario scartare da un eventuale acquisto le telecamere che girano, in quanto lascerebbero comunque dei punti scoperti. Stesso discorso per le telecamere di tipo grandangolare, perché la copertura di tali dispositivi raggiunge un massimo di 90 gradi. Idem per le telecamere super-grandangolari, le quali non superano i 120 gradi. Dunque, quali sono le telecamere giuste da acquistare per avere una copertura completa del proprio immobile?

La scelta giusta, in questo contesto, è rappresentata dalle telecamere Speed Dome, dispositivi ideali per chi desidera avere un impianto per la videosorveglianza funzionale, produttivo e di alta qualità. Tali telecamere si possono facilmente mimetizzare, al punto da essere usare spesso negli ambienti pubblici come ad esempio parchi o autostrade, e sono capaci di effettuare una rotazione a 360 gradi: pertanto rappresentano il non plus ultra per controllare vasti spazi senza il problema dei punti morti. Questi apparecchi sono concepiti e ideati per essere un occhio vigile e veloce, con la possibilità di essere diretti con gestione da remoto tramite una specifica console. Le Speed Dome, dunque, rappresentano la scelta più innovativa a livello tecnologico, in quanto sono capaci di soddisfare al meglio qualsiasi necessità di controllo e di comando da remoto delle telecamere stesse.

Entrando nel particolare, le prestazioni delle telecamere Speed Dome sono di alto livello per via dei potenti zoom in dotazione che vanno da 18x con autofocus. Il montaggio si realizza su una base rotante, e la rotazione a 360 gradi si verifica in una manciata di secondi grazie a specifici motori in DC. Inoltre, a copertura e tutela delle Speed Dome è presente una cupola trasparente. Per quanto riguarda il funzionamento di queste telecamere, c’è bisogno di un collegamento video che non si discosti troppo da quello di una telecamera analogica standard e di un comando del movimento, realizzato solitamente tramite una linea seriale RS485 oppure RS422. A tale linea vanno collegati gli apparecchi, identificati ognuno da un apposito indirizzo preimpostato con uno specifico ponticello oppure con dei microinterruttori.

Per ciò che concerne la gestione delle telecamere Speed Dome, questa fase si realizza tramite specifiche consolle dotate di joystick e di collegamento alla linea seriale. Il ruolo della consolle riguarda l’invio dei comandi attraverso un determinato protocollo di comunicazione denominato Pelco P/D (si tratta del più noto). Attualmente, il numero degli apparecchi usati per la videoregistrazione digitale che incorpora tali protocolli si è alzato notevolmente per permettere all’utente di gestire una specifica zona direttamente dal videoregistratore, bypassando di fatto la consolle.

I sistemi antifurto online sono di qualità?

I sistemi antifurto online sono di qualità?

Quando si parla di fare un acquisto importante come quello di un antifurto la prudenza non è mai troppa. In tanti, per fare la scelta migliore in termini di soldi e qualità, navigano parecchio online, imbattendosi in centinaia di offerte di sistemi antifurto modulari sia per la protezione interna che per quella esterna. Online è possibile trovare siti in cui, addirittura, li vendono già configurati. Quanto possono essere affidabili questi prodotti, qual è la loro reale qualità? Tutte domande legittime a cui cercheremo di dare risposta.

Negli ultimi tempi, gli e-commerce di sistemi antifurto online si sono andati moltiplicando. Questa maggiore competizione sul mercato ha certamente portato a forti vantaggi per gli utenti. Infatti, ora la qualità dei prodotti è sempre maggiore a discapito di prezzi sempre più vantaggiosi. Questo è quello che possiamo dire parlando in generale, ma ovviamente non possiamo garantire al 100% la loro qualità e affidabilità. Tuttavia, per una maggiore sicurezza, ci sono alcuni aspetti che è possibile valutare anche autonomamente:

  • certificazione necessaria e obbligatoria sui prodotti;
  • marcatura CE, obbligatoria per legge;
  • feedback e recensioni positive da parte di altri utenti che hanno già effettuato un acquisto.

Se sui siti che state utilizzando trovate queste informazioni e garanzie, ci sono buone probabilità che si tratti di sistemi antifurto con buona qualità.

In bocca al lupo!

Sensori a doppia tecnologia a microonde: caratteristiche e funzionamento

Sensori a doppia tecnologia a microonde: caratteristiche e funzionamento

I sensori, sia per ambienti interni che esterni, sono degli elementi molto importanti all’interno di un sistema di antifurto. Il loro ruolo è quello di rilevare i movimenti nell’area monitorata e segnalarli alla centrale che a sua volta fa partire l’allarme. Tale lavoro viene svolto bene dai sensori PIR, che sono definiti passivi a raggi infrarossi nel momento in cui vengono installati singolarmente, e PIR attivi nel caso in cui vengono installati a coppia (ovvero trasmettitore e ricevente). Un’altra tipologia di sensore è quella a doppia tecnologia, la quale utilizza anche le microonde (ossia Micro Wave – MW) per un controllo maggiore.

Vediamo ora il funzionamento del sensore a doppia tecnologia a microonde: dentro il sensore è presente una scheda elettronica dove è posto un diodo che origina delle onde elettromagnetiche. Tali onde si diffondono nell’aria impiegando una determinata quantità di energia che viene memorizzata. Nel momento in cui avviene il passaggio di un corpo, l’ambiente viene di nuovo saturato da onde che sfruttano in questo caso un’energia differente. Tale diversità allarma il sensore, il quale “comprende” che qualcosa è cambiato. Nella fattispecie, nel momento in cui un corpo si muove, le onde rimbalzano in modo diverso rispetto ad un oggetto fisso, oppure, nel caso del sensore montato all’esterno, ad un oggetto che oscilla come una fronda che svolazza oppure un animale domestico che si sposta velocemente (meccanismo denominato “Pet Immune”).

Detto ciò, meglio scegliere i sensori Pir o quelli a doppia tecnologia? In questo contesto è bene sottolineare che i sensori solitamente installati nei sistemi di antifurto sono di tipo Pir passive infrared. Questi ultimi sono notevolmente economici ed efficienti; i raggi ad infrarossi in tal caso sono in grado di rilevare a distanza la temperatura di un corpo. I Pir attivi, invece, realizzano una vera e propria barriera perimetrale azionata da due sensori: nel momento in cui questa barriera viene oltrepassata, parte l’allarme.

Uno degli svantaggi della tecnologia Pir riguarda il fatto che in alcuni contesti potrebbe risultare eccessivamente sensibile. Ad esempio, immaginiamo una camera nella quale la variazione di calore è notevole (pensiamo alla presenza di camini, condizionatori ecc.); il sensore PIR potrebbe sbagliare e far partire l’allarme quando in realtà non vi è alcuna motivazione. In tale contesto un sensore a doppia tecnologia semplificherebbe di gran lunga il lavoro, in quanto il rilevatore PIR + MW trasmette l’allarme soltanto nel momento in cui i due tipi di controllo (raggi infrarossi e microonde) danno esito positivo, in quanto non vi è dubbio che si tratti di reale effrazione.

Dunque si può affermare con certezza che i sensori a doppia tecnologia siano migliori rispetto a quelli a raggi infrarossi? Non è detto, in quanto un doppio controllo vuol dire anche diminuire la sensibilità. Pertanto, in questo panorama, l’installatore avrà un ruolo fondamentale nel capire quale tipo di sensore è più adatto all’ambiente circostante. Infine, per quanto riguarda i costi, in commercio i sensori a doppia tecnologia, generalmente, hanno prezzi più alti rispetto ai Pir (il prezzo varia e dipende anche il base al marchio).

Videoregistratori digitali multivisione

Videoregistratori digitali multivisione

I sistemi per la videosorveglianza, oggigiorno, sono sempre più indispensabili e determinanti per salvaguardare a 360 gradi la sicurezza delle case, delle attività commerciali, delle aziende, degli uffici, dei negozi, degli enti pubblici e privati e via dicendo. In questo panorama, il videoregistratore digitale multivisione, definito anche Digital video Recorder (DVR), rappresenta il cuore di qualunque sistema di videosorveglianza a circuito chiuso. Si tratta di un apparecchio che ha il compito di processare i video generati dalle telecamere in versione digitale, permettendo così di ottenere registrazioni prolungate e con un elevato livello qualitativo. Se in tale contesto le telecamere rappresentano gli occhi che catturano i movimenti anomali che si verificano nel raffio di ripresa, i videoregistratori digitali multivisione sono i dispositivi che ci consentono non solo di visionare le immagini provenienti dalle telecamere ma anche di registrare ciò che più ci interessa.

Sul mercato dei prodotti per la sicurezza si possono trovare diverse tipologie di videoregistratori digitali, che di differenziano per via delle prestazioni, del numero di ingressi video e per la capacità di trasmettere le immagini. La prima caratteristica da prendere in considerazione riguarda i canali di registrazione, ovvero il numero di telecamere che si possono connettere attraverso il cavo coassiale; generalmente i canali possono essere 4, 8 o 16. Ovviamente ogni apparecchio differisce da un altro non solo per il numero di canali per la registrazione ma altresì per gli algoritmi di compressione tramite cui i video vengono compressi per essere successivamente archiviati. È importante sapere che le più recenti telecamere ad elevata definizione o megapixel, vanno necessariamente accompagnate da videoregistratori digitali in grado di supportarli interamente, senza limitarne le caratteristiche, non consentendo poi funzionalità quali lo zoom oppure la rilevazione dei dettagli nei fotogrammi ad alta definizione.

Fondamentale in questo contesto risulta anche la presenza o meno dell’hard disk. Infatti, non tutti i dispositivi di questo tipo sono forniti di hard disk interno, ma questo è necessario per poter archiviare i video. Se l’hard disk non è presente, infatti, sarà necessario acquistarne uno a parte e collegarlo al videoregistratore digitale; pertanto è importante determinare la sua presenza prima dell’acquisto, in quanto è possibile che un costo più basso non sia giustificato visto che poi servirà spendere del denaro in più per comprare un hard disk (tanti di questi dispositivi possono anche essere collegati al proprio pc per coordinare ed archiviare i video con più semplicità).

In commercio sono presenti anche dispositivi simili, forniti di schede di rete che possono essere usati per una videosorveglianza di tipo IP (Internet Protocol). Realizzare una rete locale tramite cui gestire le telecamere e gli altri elementi dà all’utente svariati vantaggi, in quanto consente di controllare in diretta le immagini ed i flussi di videosorveglianza facilmente e comodamente dal proprio Smartphone, Tablet o computer. Per quanto riguarda la scelta di un videoregistratore digitale multivisione, non esiste un modello unico e migliore da consigliare per l’acquisto, in quanto bisogna valutare tutte le variabili, le diverse caratteristiche illustrate sopra, nonché il budget e le proprie specifiche esigenze di sicurezza.

Telecamere a circuito chiuso: tipologie e vantaggi

Telecamere a circuito chiuso: tipologie e vantaggi

Da un decennio a questa parte, sia le telecamere a circuito chiuso che i sistemi di videosorveglianza, hanno acquistato grande importanza nel campo della protezione di appartamenti, ville, negozi, aziende ecc. Sono sempre di più le persone che decidono di collegare il proprio impianto di videosorveglianza ad una sala operativa. In questo contesto entrano in gioco le Telecamere a circuito chiuso, le quali rispondono al meglio alla necessità di controllo dei locali che si vogliono proteggere. Inviando le immagini ad uno o più monitor forniti di specifici sistemi di registrazione (generalmente digitali su hard disk), si potrà raggiungere un’eccellente videosorveglianza di ogni ambiente.

Queste telecamere possiedono notevoli potenzialità: sono dotate di sistemi meccanizzati che permettono alcuni movimenti in verticale ed in orizzontale e possono sfruttare anche la tecnologia ad infrarossi per la visione in notturna, mentre le più innovative, senza alcun bisogno di cablaggio, si possono collegare direttamente al PC. Le telecamere a circuito chiuso si differenziano in maniera palese dalle tradizionali telecamere, in quanto molto più sensibili alla luce e idonee al controluce. Questa tipologia di telecamera è caratterizzata dalla grandezza del sensore di ripresa, che può andare da 1/4 pollici, a 1/3 pollici e 1/2 pollici (in base alla dimensione del sensore, si otterranno dei livelli diversi di qualità della immagini riprese).

Le telecamere a circuito chiuso si dividono in tre tipologie: analogica, IP CAM e digitale.

La telecamera analogica, molto diffusa, ha dalla sua la resistenza nel tempo e l’adattabilità a qualunque condizione. Le analogiche più utilizzate nei sistemi domestici sono dotate di brandeggi, apparati meccanici che consentono il movimento della telecamera nei due assi tramite le istruzioni PTZ (permettono alla telecamera di realizzare immagini con Pan, Tilt e Zoom con un alto grado di risoluzione).

Le telecamere IP (Internet Protocol) generano il segnale in forma digitale, senza necessità di conversione analogica, questi dispositivi realizzano un segnale più definito, che avvantaggia l’utente grazie ad una migliore identificazione di soggetti in azione. Lo svantaggio dell’IP sta nella maggior fragilità e minor resistenza nel tempo.

Le telecamere digitali, molto diffuse soprattutto da un po’ di anni a questa parte, si basano sul sistema Digital Signal Precessing, attraverso il quale il segnale analogico viene diviso in dati a base binaria. Dunque i risultati ottenuti saranno notevolmente migliori in termini di qualità rispetto al sistema analogico; inoltre permettono numerose funzioni per l’archiviazione e la trasportabilità dei video realizzati. Collegandole ad uno o più monitor, le immagini convergeranno in un videoregistratore digitale, ossia l’ultimo ingranaggio dell’intero sistema di videosorveglianza.

Si tratta del Digital Video Record (DVR), un dispositivo che ha il ruolo di trasmettere le registrazioni di quanto viene monitorato dalle telecamere su di un hard disk. Questo apparecchio, inoltre, consente al proprietario di poter realizzare diverse funzioni, come ad esempio la possibilità di vedere le immagini da un personal computer o da uno Smartphone, o il meccanismo denominato “motion detection”, grazie al quale avviene la registrazione soltanto nel momento in cui si verifica un movimento (eliminando così inutili registrazioni e flussi video), o ancora l’opportunità di inviare e-mail e messaggi d’allarme.

Combinatore telefonico: PSTN e GSM

Combinatore telefonico: PSTN e GSM

Il combinatore telefonico è un componente fondamentale all’interno di un impianto antifurto. Questo piccolo dispositivo elettronico, essendo collegato con la centrale, permette al proprietario dell’abitazione, o chi per lui, di essere avvisato in caso di tentata intrusione, di un guasto sull’impianto, ecc.

Affinché possa effettuare chiamate, il combinatore telefonico deve essere in possesso di una linea telefonica oppure di una scheda SIM. Una volta che ha ricevuto il segnale di allarme dalla centrale, il combinatore inizia a collegarsi con i numeri telefonici pre-registrati: solitamente si va da un minimo di 3 a un massimo di 8 numeri memorizzati. È anche possibile, se lo si desidera, memorizzare il numero di telefono delle Forze dell’Ordine. In questo caso, però, è necessario fare una domanda scritta al Comando o al Commissariato più vicino all’abitazione.

Se il combinatore lo prevede, in caso di allarme, l’utente può interagire col combinatore telefonico, ad esempio azionando l’ascolto ambientale, accendendo le luci, ecc.

Qualora vogliate installare un combinatore telefonico PSTN, vi diamo un consiglio: buona cosa sarebbe disporre di due linee telefoniche, così da non collegarlo a quella inserita sugli elenchi telefonici. A cosa serve una seconda linea?È facilmente intuibile: il ladro, se fosse a conoscenza del numero, potrebbe tenere occupata la linea, cercando di impedire al combinatore di avvisare.

Risolta più affidabile, invece, il combinatore telefonico GSM. In questo caso, però, è fondamentale verificare preventivamente la buona ricezione del’operatore telefonico scelto.

I combinatori spesso sono già parte integrante della centrale d’allarme. Se così non dovesse essere, è possibile acquistarli con poco: il prezzo va dai 30 ai 150 euro a seconda del modello scelto.