Kit di videosorveglianza fai da te: tutti i vantaggi

Kit di videosorveglianza fai da te: tutti i vantaggi

Negli ultimi anni, nel mondo della videosorveglianza sono stati compiuti passi da gigante. Per darvi un’idea dei progressi tecnologici, negli anni ottanta si è partiti con semplici sistemi antifurto, negli anni novanta si è poi passati ai tvcc a circuito chiuso, per arrivare oggi ai sistemi di sorveglianza con controllo remoto.

Per mostrare ancora meglio i passi compiuti, un altro elemento importante può essere dire che, fino a qualche anno fa, privati e aziende si rivolgevano ai professionisti del settore per installare questi impianti. Ora, al contrario, grazie ai kit di videosorveglianza fai da te, è possibile montarli autonomamente e senza problemi. E i vantaggi non sono pochi.

Installando da soli un sistema di videosorveglianza, potrete, prima di tutto, risparmiare notevolmente sui costi. Non avrete neppure troppi problemi a trovare quello che fa per voi: sul web, infatti, sono molteplici le proposte e il numero dei kit a disposizione. L’ampia scelta vi garantisce di trovare quello adatto alle proprie esigenze. Esistono, poi, anche dei kit professionali di alta qualità che ugualmente sono montabili in completa indipendenza. Inoltre, all’interno dei kit in vendità, troverete delle spiegazioni di solito chiare ed esaurienti che vi accompagneranno passo dopo passo in tutte le fasi di realizzazione dell’impianto.

Prima di acquistarlo, però, è necessario porsi alcune domande riguardo all’utilizzo che ne farete e alle vostre aspettative. Potrete, così, acquistare le telecamere più adatte alle vostre richieste. Poi, bisognerà individuare bene le zone soggette alla sorveglianza e dividere quelle illuminate da quelle senza. Infatti, le zone buie avranno bisogno di telecamere con infrarossi calibrate in base all’ampiezza dell’area e alla distanza di ripresa. Per i kit più economici questo genere di ragionamento è inutile, in quanto le telecamere hanno una focale standard predefinita che si adatta alle varie situazioni di luminosità.

Grazie ai progressi tecnologici, i kit di videosorveglianza consentono di tenere sotto controllo qualsiasi ambiente anche da remoto. In questo modo, anche quando si è in vacanza o fuori sede, potrete avere sott’occhio i vostri beni e potrete controllare se avvengono intrusioni da malintenzionati, verificare che non vi siano danni e monitorare persone vulnerabili come anziani o bambini. I vantaggi, quindi, non pochi e di poco conto.

Il kit è solitamente composto da:

  • telecamere che si definisce a seconda delle esigenze;
  • un VCR digitale in grado di registrare direttamente i video su hard disk;
  • un monitor per visualizzare le immagini;
  • un personal computer per gestire tutto il sistema.

Come allestire il kit videosorveglianza fai da te viene in genere spiegato in maniera chiara e semplice nel libretto delle istruzioni incluso. Pertanto, sarà sufficiente posizionare in modo intelligente le videocamere, studiando bene l’ambiente da proteggere. Vi consigliamo, infine, di installare le videocamere in modo da riprendere anche porte e finestre. Questi sono punti vulnerabili da tenere sotto controllo in maniera particolare, come pure gli oggetti di valore da custodire e salvaguardare.

Alimentatori per la videosorveglianza: proprietà, vantaggi e svantaggi

Alimentatori per la videosorveglianza: proprietà, vantaggi e svantaggi

Nell’era contemporanea, la tecnologia risulta sempre più preponderante ed essenziale nella vita di tutti i giorni: tutto, si sa, è sempre più veloce ed intuitivo per via delle innovazioni del settore tecnologico. In tale panorama, anche nel campo dei sistemi di videosorveglianza si è ampliato di molto l’orizzonte delle applicazione che la tecnica offe alle persone, sia in ambito privato che pubblico. Così come avviene per tutti i dispositivi tecnologici, anche un impianto di videosorveglianza deve essere alimentato; questi sistemi, pertanto, vanno collegati ad una presa elettrica per ricevere la corrente, operare al meglio e svolgere il compito per il quale sono stati ideati ed installati. In tale contesto, una delle problematiche principali per l’installazione delle telecamere di videosorveglianza riguarda il fatto di dover collocare ognuna di esse in un punto in cui può essere alimentata. Ovviamente tale criticità può essere tranquillamente superata in quanto esistono alimentatori pensati e progettati proprio per la videosorveglianza, con funzioni, requisiti e caratteristiche mirati e specifici per tali dispositivi di sicurezza.

Per poter rispondere concretamente alla difficoltà di collocare ogni telecamera ed ogni apparecchio del sistema in prossimità di una fonte di energia elettrica, è possibile ricorrere ad uno specifico alimentatore con un livello di potenza sufficiente da collegare alla linea elettrica, in grado di alimentare tutto l’impianto di videosorveglianza. Tale soluzione si rivela la migliore per vari motivi, primo fra tutti la possibilità di possedere una sola presa della corrente sfruttata dall’impianto; a questo punto resta soltanto l’incombenza di far passare tutti i cavi dell’alimentazione fino a farli giungere all’alimentatore unico. Quest’ultimo, inoltre, funge da vero e proprio schermo protettivo per tutti gli apparecchi ad esso collegati; infatti sia gli sbalzi di tensione che le altre problematiche di natura elettrica, vengono completamente assorbiti senza arrivare a danneggiare i dispositivi, salvaguardandoli in questa maniera da eventuali future sostituzioni. Per fare un esempio concreto, pensiamo ad un fulmine che colpisce la vostra abitazione: a quel punto la potente scarica elettrica verrà totalmente assorbita dall’alimentatore, salvando così gli altri dispositivi, fra cui le telecamere, il monitor e il videoregistratore.

In questo modo il danno si limiterà, come generalmente avviene, soltanto alla sostituzione dell’alimentatore. Detto ciò, è bene sottolineare che l’alimentatore, da solo, non garantisce la continuità del funzionamento del sistema. Per esempio, in caso di mancanza di corrente o di blackout elettrico, l’impianto di videosorveglianza si spegne, agevolando in tal modo l’eventuale azione di ladri e vandali. Addirittura, accade anche che tali malfattori, per poter entrare indisturbati nelle abitazioni o nelle strutture protette, siano essi stessi a disattivare l’elettricità, creandosi così un varco dove agire inosservati. Per fortuna, in commercio si possono trovare dei gruppi di continuità in grado di mantenere attivo il sistema di videosorveglianza anche quando manca l’energia elettrica. Tali dispositivi, in sostanza, funzionano allo stesso modo degli alimentatori, ma sono pensati e progettati per essere capaci di generare essi stessi una certa quantità di energia per la durata di qualche ora, evitando così il rischio di effrazione o di danneggiamenti da parte di ospiti indesiderati.

Come installare un antifurto casa fai da te wireless

Come installare un antifurto casa fai da te wireless

Installare un sistema d’antifurto per l’abitazione wireless (senza fili) non è complicato, anche se non si possiedono chissà quali competenze tecniche: questo tipo di fai da te, infatti, può essere realizzato da chiunque, basta avere una buona dose di volontà. Innanzitutto vediamo quali sono i dispositivi che compongono un impianto di antifurto per l’abitazione senza fili: una centralina, ovvero il cuore dell’impianto stesso alla quale tutti gli elementi si interfacciano; i rivelatori e/o sensori volumetrici, anti-intrusione e anti-sfondamento; la sirena sia interna che esterna con allarme sonoro; i telecomandi; il combinatore telefonico.

Prima di tutto bisogna collocare la centralina, il luogo ideale dove poterla installare deve essere equidistante dai vari sensori, ovvero al centro (anche se non sempre risulta possibile bisogna avvicinarsi il più possibile a questo criterio). Senza dubbio non va posizionata in prossimità delle finestre, in quanto risulterebbe facilmente accessibile per eventuali ladri e malintenzionati. Il consiglio degli installatori è quello di collocarla a ridosso della porta d’ingresso, in quanto sarà facile per l’utente attivarla e disattivarla quando entra ed esce dall’abitazione. La centrale va collegata alla corrente dell’abitazione; in caso di blackout fortuito o volontario, tale dispositivo continuerà a funzionare grazie all’alimentazione con l’accumulatore incorporato.

Se in casa abbiamo un balcone, la sirena d’allarme va posta qui, preferibilmente in alto, in quanto deve essere ben visibile dalla strada per poter indirizzare le forze dell’ordine. In caso contrario, andrà posizionata al di sopra delle finestre esternamente, o ancora sull’atrio del condominio al di sopra del portone di ingresso.

Per quanto riguarda l’installazione dei sensori wireless anti-intrusione, anti-sfondamento e volumetrici, fra questi dispositivi il sensore più diffuso è senza dubbio quello volumetrico, in quanto è utile per monitorare le aree interne dell’abitazione, ma può essere installato anche all’esterno. Tale sensore si attiva quando rileva la presenza di un corpo in movimento nell’ambiente controllato. In tale contesto bisogna fare attenzione al punto in cui vengono installati i sensori volumetrici, in quanto devono coprire tutta la zona da monitorare.

All’esterno, i rilevatori perimetrali utilizzano i raggi ad infrarosso, i quali si attivano nel momento in cui transita un corpo estraneo; bisogna fare attenzione alla taratura, in quanto cani, gatti o uccelli, passando, potrebbero far partire inutilmente l’allarme.

Per ciò che concerne i sensori anti-sfondamento e anti-intrusione wireless, vi sono quelli magnetici che si attivano quando si verifica l’apertura di una finestra (ovvero quando i due magneti vengono allontanati), oppure i microfoni posizionati sul vetro delle finestre o sui serramenti che fanno scattare l’allarme nel momento in cui vengono percossi.

Generalmente il Combinatore telefonico si interfaccia con la centralina (in diversi impianti di antifurto wireless è già presente). Quando scatta l’allarme, il combinatore fa partire una telefonata alle forze dell’ordine, al proprietario dell’abitazione o ai suoi parenti per avvertirli della situazione di pericolo.

I telecomandi servono per attivare e disattivare l’antifurto; molto utile quando vogliamo far funzionare soltanto la copertura di notte o quella esterna, o ancora soltanto i sensori sulle finestre ed escludere i sensori volumetrici in quanto ci troviamo già in casa.

Come proteggere il Digital Video Recorder

Come proteggere il Digital Video Recorder

Con la denominazione Digital Video Recorder ci riferiamo in sostanza alla versione digitale, innovativa e moderna del classico videoregistratore: questo dispositivo è uno degli elementi più importanti all’interno di un sistema di videosorveglianza, poiché è proprio grazie ad esso che vengono archiviate e conservate tutte le immagini frutto delle registrazioni delle videocamere. Il Digital Video Recorder ha il compito di comprime in maniera digitale le immagini, per poi custodirle in uno specifico hard disk. In tale contesto, cosa potrebbe succedere se durante un tentativo di effrazione i malviventi mettessero le mani sul Digital Video Recorder rovinandolo o perfino rubandolo per non rendere visibili le immagini registrate dall’impianto per la videosorveglianza? Sfortunatamente l’eventualità che ciò accada è assai comune, principalmente perché il Digital Video Recorder è il componente più importante dell’intero impianto, e i malfattori lo sanno bene.

Forse non ci viene immediatamente da riflettere su tutto ciò, tuttavia risulta di grande importanza salvaguardare il proprio Digital Video Recorder dai possibili pericoli. Molte persone pensano in modo errato che una soluzione per mantenere in sicurezza il proprio videoregistratore Digital Video Recorder riguardi il suo posizionamento nell’edificio, ad esempio in punti strategici in alto dell’abitazione in cui si presume sia ben occultato e lontano dagli ospiti indesiderati; in poche parole, tale metodo risulta inutile, in quanto non solo è scomodo per raggiungere il dispositivo quando è necessario usufruirne, ma è anche poco sicuro, poiché i ladri saranno comunque capaci di individuarlo e di danneggiarlo per impedire all’utente di visionare proprio quelle immagini che possono identificarli e quindi incastrarli. Pertanto, è chiaro che posizionare il Digital Video Recorder in un angolo nascosto o in cima ad un mobile non basta: per evitare davvero che i ladri siano in grado di sabotare o rubare il Digital Video Recorder, è indispensabile acquistare degli specifici armadietti ideati e realizzati per contenere e tutelare il Digital Video Recorder. Tali armadi si chiudono tramite dei lucchetti e delle serrature difficili da forzare, vengono costruiti su misura e sono in grado contenere all’interno non solo il Digital Video Recorder, ma anche gli altri apparecchi della videosorveglianza.

In questo contesto, anche se l’acquisto di un armadietto per proteggere il Digital Video Recorder ha sicuramente un costo aggiuntivo per il cittadino che decide di installare un impianto per la videosorveglianza, è anche vero ed indubbio che rende l’uso del Digital Video Recorder più facile e agevole, in quanto il videoregistratore digitale risulta sempre a portata q quindi fruibile per poter pianificare le registrazioni, rivedere i video, modificare l’hard disk oppure gli orari. Pertanto, si può infine asserire con certezza che il prezzo di un armadietto per salvaguardare il Digital Video Recorder è certamente giustificato dal costo del Digital Video Recorder, poiché una sua eventuale rottura per mano dei malviventi andrebbe a gravare molto di più rispetto alla spesa iniziale supplementare dotarsi di un armadietto di protezione. Una scelta più che logica, quindi, è quella di prevenire eventuali problematiche future ed acquistare un armadietto per tutelare a 360 gradi il vostro prezioso videoregistratore digitale Digital Video Recorder.

Sensori interrati: cosa sono e come funzionano?

Sensori interrati: cosa sono e come funzionano?

Oggi vi presentiamo un breve approfondimento su un argomento di cui si parla abbastanza poco: i sensori d’allarme interrati. Infatti, la curiosità riguardo questi dispositivi è alta e molte sono le domande che ci ponete. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere.

Tra le varie tipologie di sensori di allarme presenti sul mercato vi sono anche i sensori interrati. La principale caratteristica di questi componenti è quella di essere installati sotto il terreno e di inviare un allarme quando vengono calpestati. La loro efficacia è alta e, inoltre, sono perfettamente adatti per proteggere aree estese e di elevata rilevanza, come centri militari, culturali, ecc. Sono molto indicati anche per aziende e le abitazioni con giardino. Va detto, però, che a causa del loro costo piuttosto elevato, raramente vengono utilizzati da semplici privati.

Nel dettaglio, come funzionano questi dispositivi? In pratica, i sensori interrati, quando sonno attivi, creano un campo magnetico in grado di percepire le vibrazioni del terreno sovrastante. Qualora decidiate di installare questi sensori antifurto interrati, fate molta attenzione a porre una corretta taratura. Tarandoli a dovere eviterete che, al passaggio di un piccolo animale, scattino fastidiosi ed inutili falsi allarmi.

Inoltre, potrete installare questa tipologia di sensori in qualsiasi terreno senza problemi, come la terra battuta, asfalto, prato, porfido. La loro copertura è uniforme, resistono fortemente agli agenti atmosferici e sono invisibili all’occhio umano.

Qualora abbiate la necessità di raggiungere un grado di protezione maggiore, potrete utilizzare questi componenti insieme alle barriere perimetrali infrarosso e a un sistema GPS.

I sistemi di videosorveglianza nei condomini

I sistemi di videosorveglianza nei condomini

La videosorveglianza nei condomini è uno di quei temi caldi su cui conviene restare sempre aggiornati. Infatti, di privacy e sicurezza si parla tanto e sono tante le accortezze da seguire per fare tutto secondo le regole. Soprattutto perché le regole cambiano spesso. Recentemente, infatti, è stata approvata dal Parlamento una nuova normativa. Da ora è possibile installare dei sistemi di videosorveglianza con la sola maggioranza e non più con l’unanimità totale dei condomini.

Ciò significa che, da ora, l’amministratore condominiale, dopo l’assemblea si è espressa e facendosi carico delle misure previste per la tutela dei dati personali dal provvedimento generale del Garante in materia di videosorveglianza, può dare il via alle procedure per l‘installazione di un impianto di videosorveglianza. Questa installazione, però, deve necessariamente rispettare le seguenti semplici regole:

  • l’affissione di cartelli che segnalano la presenza dell’impianto;
  • la definizione dei tempi di conservazione delle immagini acquisiste;
  • l’individuazione dei soggetti addetti alla visione delle immagini;
  • la nomina di un responsabile del trattamento delle immagini.

Inoltre, se richiesto, è necessario richiedere una verifica preliminare al Garante della Privacy.

L’amministratore condominiale ha una grande responsabilità, poiché, nel caso in cui anche solo alcuni di questi adempimenti non venissero rispettati, si finirebbe per incorrere in sanzioni amministrative, penali e civili.

Altro aspetto da rimarcare è che quanto detto sopra esclude ugualmente tutti quei sistemi di videosorveglianza installati per la protezione di spazi privati. Parliamo ad esempio di cantine, garage, box auto, appartamenti. In queste circostanze, infatti, resta l’obbligo di adottare le previste cautele a tutela di terzi.

Videosorveglianza in condominio

Videosorveglianza in condominio

La sicurezza delle nostre case rispetto alle effrazioni e agli atti vandalici rappresenta, oggigiorno, una tematica molto calda e soprattutto attuale. Mentre in passato le persone frequentemente risiedevano nelle proprie abitazioni spesso e volentieri con la aperta d’ingresso aperta, attualmente per diverse ragioni ciò risulta quasi sempre impensabile. Impianti di antifurto e porte blindate vengono installati sempre più spesso in tantissime case. In questo contesto l’ideale, ovviamente, sarebbe fare in modo che i ladri alla porta neanche ci sopraggiungano, o, nel disgraziato caso in cui riescano a portare a termine un furto, vengano poi rapidamente identificati. Per ciò che concerne queste ultime due questioni, attualmente la tecnologia ci consente di installare a costi contenuti, sistemi per la videosorveglianza, soprattutto all’interno dei condomini sta divenendo piuttosto consueta.

Nelle aree comuni del condominio, e in special modo nelle zone topiche quali per esempio la porta d’ingresso e i corridoi d’accesso, vengono posizionate le telecamere connesse via cavo schermato oppure con linea LAN (se digitali) ad un altro ambiente, per esempio una camera comune, dove vengono installati gli altri dispositivi che compongono il sistema. In tale contesto avremo il videoregistratore digitale Digital Video Recorder di videosorveglianza, che ha il compito di connettere le telecamere presenti e di registrarne i video. Le immagini si potranno registrare in continuo oppure soltanto nel momento in cui il software del dispositivo capta la presenza di corpi in movimento all’interno del raggio d’inquadratura. Il Digital Video Recorder è generalmente fornito di modem per la connessione ad Internet, che permette la visualizzazione delle riprese anche a distanza. Il monitor completa la dotazione di base del sistema per la videosorveglianza condominiale. Decisamente utile, negli impianti per condominio, è la presenza di telecamere connesse al Digital Video Recorder attraverso Wi-Fi; tale meccanismo permette di sottrarsi alle connessioni fisiche, ovvero agli interventi di muratura per creare le tracce per i cavi.

Un’altra questione fondamentale per i sistemi di videosorveglianza nei condomini risulta quella legale, sia per quanto riguarda la Privacy, sia per il processo di approvazione e di installazione del sistema stesso. Fortunatamente, a definire la situazione, ci ha pensato la legge del 18 giugno del 2013, denominata “Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici”. Attraverso questa legge viene stabilito che anche per l’installazione di un sistema per la videosorveglianza devono dare parere favorevole almeno il 50 % dei membri dell’assemblea di condominio, i quali devono però avere almeno il 50 % dei millesimi. Per ciò che concerne la questione della Privacy, anche per il sistema di videosorveglianza nel condominio vigono delle specifiche regole previste nei provvedimenti del 29 aprile 2004 e dell’8 aprile 2010, relative ai filmati nelle zone comuni, specialmente condominiali. Tra le norme da seguire, una decisamente discussa riguarda la reale necessità di questa tipologia di sistemi di sicurezza, i quali potrebbero interferire con l’abituale condotta dei condomini e dei cittadini che entrano nell’ambiente condominiale. Pertanto l’installazione di un sistema per la videosorveglianza risulta legittimo soltanto se altri impianti di allarme non sono adottabili, oppure nel caso in cui si siano già verificati vicende di furti o di effrazioni.

Allarme via cavo o via radio: questo è il dilemma!

Allarme via cavo o via radio: questo è il dilemma!

Sono in molti a scrivere e a chiedere quale sia il sistema antifurto migliore tra uno via radio e uno via cavo. Via cavo o via radio, quale scegliere? La risposta, però, non è mai semplice, anche se spesso finiamo per consigliare, se ci sono tutti i presupposti per farlo, di preferire quella via cavo. Cerchiamo di capire meglio, però, tutta la questione.

Infatti, nonostante ciò che abbiamo scritto appena sopra, i sistemi antifurto via radio, ossia wireless, sono comunque ottimi prodotti, ovviamente sempre che si parli di sistemi certificati e garantiti. Tuttavia, non possiamo dimenticare che possono rivelarsi inadatti se vengono installati in situazioni poco consone.

Questo perché sarebbe opportuno montare un sistema d’allarme via radio in locali non troppo grandi e mai in strutture che si sviluppano su più piani. In queste circostanze, il nostro consiglio sarebbe quello di affidarsi ad un sistema misto, ossia sia con e senza fili. Un altro aspetto da considerare è che i sistemi via radio sono più costosi rispetto a quelli via filo, perché i componenti e i sensori dei sistemi non filari risultano più cari. Non solo, sono anche più soggetti ai falsi allarmi.

Gli allarmi via cavo, al contrario, sono più affidabili per quanto riguarda la rilevazione d’intrusione; offrono sensori più performanti; hanno bisogno di una manutenzione minore e, infine, sono meno soggetti a manomissioni.

Queste, ovviamente, sono considerazioni fatte in linea generale, mentre la scelta va fatta caso per caso. Ogni utente, in base alle proprie esigenze e le proprie necessità, sceglierà quello che fa al caso proprio. Questo consiglio che vi stiamo per dare, però, vale sempre: optate per prodotti venduti da aziende autorizzate e serie, che siano in grado di assicurarvi una garanzia sul prodotto di almeno due anni, che offrano un’assistenza sia durante che dopo la vendita, ma soprattutto che assicuri qualità!

Videosorveglianza: i vantaggi del controllo da remoto

Videosorveglianza: i vantaggi del controllo da remoto

Nell’era contemporanea, come ben si sa, Tablet e Smartphone sono sempre più protagonisti delle nostre vite: tutto, oggigiorno, risulta più smart, semplice e possibile. Anche il settore dei sistemi per la videosorveglianza ha allargato da un bel po’ le prospettive in direzione delle svariate possibilità che la tecnologia è capace di offrire a tutti. Per esempio, il controllo a distanza della propria casa fa toccare livelli di serenità e di sicurezza notevolmente elevati, non soltanto per ciò che riguarda le abitazioni private ma anche per gli ambiti professionali come i negozi, gli uffici, le aziende, i locali commerciali e così via. Smartphone e Tablet ci forniscono la capacità di godere, in modo intuitivo, di servizi che in passato non si potevano neanche immaginare; lo stesso discorso vale per gli impianti di videosorveglianza, in quanto questi dispositivi, in passato appannaggio di poche realtà, attualmente consentono a tantissimi utenti di monitorare le case o le attività commerciali da remoto, perfino da altri Stati. Tutto ciò risulta possibile, per l’appunto, grazie al controllo a distanza, che estende di gran lunga il grado di sicurezza e dà l’opportunità di avere sott’occhio l’edificio usando pochi ma semplici apparecchi.

Dopo aver definito il tipo di monitoraggio da remoto che si vuole ottenere per sorvegliare e proteggere la casa, per realizzare il controllo a distanza risultano indispensabili due dispositivi, ossia un Network Video Recorder e le telecamere IP (Internet Protocol), ovvero delle videocamere che si collegano alla rete sia locale che Internet attraverso un cavo Ethernet oppure tramite la modalità wireless (senza fili); detto ciò, basterà configurare la rete con i parametri IP, utilizzando il proprio router o modem. A questo punto c’è una precisazione da fare, ossia che le telecamere più recenti risultano sì più costose, ma al contempo sono in grado di consentire una comunicazione diretta con lo Smartphone ed il Tablet anche aggirando l’utilizzo del modem oppure del router. Tutto ciò dà al proprietario di avere sotto controllo, ventiquattro ore su ventiquattro, quello che accade in casa a 360 gradi.

Vediamo ora quali sono le possibili modalità di controllo da remoto: in questo contesto, moltissimo dipende dal tipo di telecamere di videosorveglianza, ad esempio le telecamere IP di fascia bassa permettono all’utente di vedere le immagini in tempo reale sia su Smartphone che su Tablet, ma in tale circostanza la connessione alla rete internet degli apparecchi mobili deve essere alquanto potente per poter consentire la buona riuscita dello streaming video. In alternativa ci sono le telecamere IP, sia nella versione Bullet che in quella Dome, che consentono di zoomare, inquadrare i piccoli dettagli, scattare i fermo immagine e roteare per via della dotazione di determinati software che vengono forniti al momento dell’acquisto. In questo caso, sia lo Smartphone che il Tablet divengono il vero e proprio terminale tramite il quale gestire le telecamere e monitorare la struttura a distanza. Infine, sono da annoverare anche le telecamere di fascia elevata, le quali si azionano in maniera automatica riconoscendo il movimento e permettendo anch’esse il controllo a distanza.

Dispositivi per attivazione e disattivazione dell’antifurto

Dispositivi per attivazione e disattivazione dell’antifurto

Tenendo ben presente che la modalità di attivazione e disattivazione dipenda dalla singola centrale antifurto che si sceglie di acquistare, per gestire e controllare un impianto antifurto principalmente abbiamo a disposizione quattro strumenti:

  • la chiave meccanica
  • la chiave elettronica
  • il telecomando
  • la tastiera

Ognuno di questi dispositivi ha peculiarità, caratteristiche, pro e contro che vi andiamo ora ad esporre. L’utente, prima di acquistare, è giusto che si informi, valuti in base alle proprie esigenze.

Partiamo col il parlarvi della chiave meccanica. Si tratta di una chiave vera e propria che si infila in un’apposita serratura e girandola – su ON e OFF – può inserire o disinserire l’antifurto. Questo meccanismo si basa su un impulso elettronico che ha il grande svantaggio di essere poco sicura. Infatti, la chiave, non protetta a dovere, può indebolire l’efficacia del vostro antifurto.

La chiave elettronica, invece, permette l’attivazione e la disattivazione semplicemente sfiorando la chiave contro un rilevatore. Sfrutta codici che, utilizzando la modalità “rolling code”, vengono rigenerati a ogni attivazione e disattivazione. In altre parole, generano codici scelti tra miliardi di combinazioni possibili. In questo modo, le chiavi elettroniche sono decisamente più sicure e meno clonabili. È, inoltre, un sistema pratico, semplice ed economico. Anche in questo caso, una raccomandazione è d’obbligo: attenzione a proteggere a dovere la chiave. Ad esempio, non attaccatela mai alle chiavi di casa: se ve le rubassero, dareste al ladro un modo semplicissimo per svaligiarvi l’abitazione.

Il telecomando è un dispositivo con un meccanismo simile alla chiave elettronica. La differenza consiste che questo permette l’attivazione e la disattivazione del sistema anche da remoto. Questa capacità si rivela utile nel caso non ci fosse la possibilità di installare i lettori di prossimità necessari per leggere le chiavi digitali.

Infine, la tastiera è la modalità più diffusa e usata da chi possiede un antifurto. Parliamo di una piccola tastiera presente sulla centrale che, digitando un codice personale, può attivare e disattivare l’antifurto. Nonostante sia molto comune, si tratta di una soluzione poco pratica e sicura. Infatti, il codice, se dimenticato o sbirciato, rende completamente inutile l’antifurto.