Telecamere Megapixel: caratteristiche e costi

Telecamere Megapixel: caratteristiche e costi

Grazie allo sviluppo tecnologico, l’importante settore della videosorveglianza ha vissuto negli ultimi anni una progressiva evoluzione: la grande capacità di offerta del settore, infatti, permette alle persone di avere a disposizione prodotti all’avanguardia per proteggere non solo la propria abitazione ma anche un’attività commerciale, una azienda, un ufficio, un garage, u capannone, un negozio e via dicendo. La continua crescita dei sistemi di videosorveglianza, permette dunque di riuscire ad offrire una nuova gamma di prodotti che puntano soprattutto all’alta definizione delle immagini generate dalle telecamere.

Tra i prodotti più recenti ed avanzati nel campo della videosorveglianza e dell’alta definizione, spiccano le Telecamere MegaPixel: parliamo di speciali apparecchiature che a differenza delle telecamere standard riescono a garantire un’ottima risoluzione e a generare immagini molto nitide, in cui è possibile scorgere le più piccole peculiarità e, cosa più importante, individuare gli oggetti come ad esempio le targhe delle macchine ed identificare le persone per garantire all’utente un’elevata sicurezza.  Inoltre, la telecamera fa sì che l’utilizzatore abbia nel risultato una superiore fedeltà ai colori dell’ambientazione ripresa.

Le telecamere megapixel possono essere di sue tipi, IP o Analogiche: le prime usano la connettività IP su cavo LAN (risoluzione oltre i 12 megapixel); le seconde, invece, usano la trasmissione via cavo coassiale (risoluzione massima di 8 megapixel – 4K). Pertanto, parliamo di telecamere molto utili in termini di sicurezza; tramite lo speciale zoom, questi strumenti garantiscono immagini ricche di dettagli. Inoltre, grazie al potente obiettivo di cui sono dotate, riescono a coprire distanze molto lunghe, l’ideale per le riprese in ambienti estremamente ampi.

L’alta definizione che caratterizza le telecamere megapixel, per essere tale, deve avvenire in una area bel illuminata; inoltre ha bisogno di essere supportata, infatti è indispensabile accostare a questi dispositivi alcune componenti di ultima generazione, come gli algoritmi di compressione del segnale ed una banda di segnale potente e funzionale capace di gestire tutti i dati inviati in tempo reale dalla telecamera. Un altro grande beneficio offerto dalle telecamere MegaPixel proviene dal fatto che, a parità di numero di pixel per area, sono capaci di inquadrare aree più vaste rispetto alle classiche telecamere con risoluzione minore.

Questa speciale tipologia di telecamera, come specificato sopra fortemente raccomandata per chi desidera avere una alta risoluzione delle immagini e per chi vuole raggiungere un eccellente livello di sicurezza per la protezione dei propri beni, sta prendendo sempre più piede all’interno del mercato del settore della videosorveglianza: di conseguenza la tecnologia adottata risulta sempre più supportata, ed i costi sempre più competitivi.

L’evoluzione che sta vivendo questo particolare tipo di tecnologia ha fatto sì che le aziende produttrici riescano a fornire Hardware e Software sempre più avanzati, in grado di avere una visione particolareggiata anche in notturna o in situazioni di scarsità di illuminazione, migliorando di molto il risultato ricercato dall’utente sia in termini di qualità che di velocità e praticità nell’uso.

Monitor Videosorveglianza: la giusta scelta

Monitor Videosorveglianza: la giusta scelta

Grazie al progressivo sviluppo del mondo della tecnologia, ad oggi in commercio troviamo Kit di videosorveglianza pensati per consentire all’utente che lo installa di proteggere in maniera ottimale la propria casa, il negozio, il garage, l’azienda e quant’altro, e quindi di avvalersi di tutte le funzionalità incluse nell’equipaggiamento. Infatti, nel momento dell’assemblaggio di un kit, ogni componente deve essere all’altezza del ruolo che andrà a svolgere, sia in termini di qualità che di tempistiche. Il monitor rappresenta una delle componenti principali dell’intero sistema, in quanto ha la funzione monitorare il tutto, nonché di visualizzare le riprese delle telecamere ed identificare, se richiesto, anche una persona specifica. In commercio, per la videosorveglianza, si possono trovare due tipi di monitor, quelli a tubo catodico (CRT) e quelli a cristalli liquidi denominati monitor (LCD).

I monitor a tubo catodico godono di un ottimo livello di risoluzione (800/900 linee circa). Se riflettiamo sul fatto che un sistema di videosorveglianza ad alta risoluzione in bianco e nero crea immagini intorno alle 500/600 linee, allora il monitor CRT risulterà l’ideale, proprio perché è capace di riprodurre in maniera fedele i fotogrammi che vengono creati dalle telecamere.

Per quanto riguarda invece i monitor LCD, il livello di risoluzione risulta decisamente inferiore (350/650 linee circa), in quanto permette di visualizzare le immagini generate dalle telecamere a colori. In questo caso, per non declinare sulla qualità delle immagini e quindi per non avere immagini originali degradate, è necessario scegliere una telecamera di videosorveglianza con risoluzione più bassa rispetto a quella che riesce a visualizzare il monitor stesso.

In tutti i casi, quando si sceglie di acquistare un Kit di videosorveglianza, è importante avere un monitor che sia capace di visualizzare contemporaneamente più riquadri tramite PiP (Picture in Picture): in questo modo, installando più telecamere, il monitor provvederà alla visualizzazione di tutti i fotogrammi creati dalle telecamere su di un solo schermo.

In commercio sono presenti alcuni monitor capaci di visualizzare le immagini anche da otto telecamere, ed altri dotati di telecomando, grazie al quale è possibile spostarsi agilmente e velocemente da un’inquadratura a un’altra e anche di zoomare una specifica immagine.

Esistono inoltre modelli di monitor che possiedono più ingressi: quelli analogici RCA e BNC si possono collegare in maniera diretta alla telecamera o al videoregistratore; quelli HDMI si possono collegare ai sistemi di videosorveglianza generando in tal modo immagine chiare e nitide; ai tradizionali ingressi SCART possono subentrare gli ingressi RCA, i quali inviano immagini superiori in termini di qualità e di dispersione (alcuni ingressi SCART detti “dorati”, migliorano decisamente l’immagine rispetto al tradizionale cavo argentato SCART).

Dopo questa carrellata di funzionalità e caratteristiche, è importante sottolineare che quando si sceglie di acquistare un monitor l’aspetto fondamentale sul quale puntare l’attenzione su di un prodotto completo a 360 gradi, che rispecchi fedelmente tutte le vostre reali esigenze. Di solito è bene acquistare un prodotto lievemente al di sopra rispetto a ciò di cui abbiamo bisogno, proprio per evitare di dover tornare a spendere altro denaro per comprare un altro monitor.

Telecamere: la distanza per cogliere i dettagli

Telecamere: la distanza per cogliere i dettagli

La capacità delle telecamere di videosorveglianza è molto simile a quella dell’occhio umano. Fatta eccezione del loro essere strumenti elettronici, le telecamere come gli occhi dell’uomo hanno limiti oltre i quali non possono andare. Ad esempio, anche loro sono limitate nell’inquadrare particolari e dettagli.

Nella progettazione di un sistema di videosorveglianza di buona qualità, è bene non sottovalutare alcuni parametri. Uno di questi parametri è quello della distanza, aspetto fondamentale se non si vuole rendere del tutto inutile il dispositivo.

Ecco alcuni numeri per capire meglio di cosa stiamo parlando. La maggior parte delle telecamere presenti in commercio possono riprendere fino a una distanza di 50 metri. In questa misurazione della distanza, però, bisogna tener conto della capacità dell’apparecchio di distinguere il volto di una persona. Ciò sta a significare che, se aumentando l’ingrandimento l’immagine di un volto diventa sgranata, allora la distanza è eccessiva e va ricalibrata. In genere, a distanze superiori ai 10 metri, solo le telecamere con risoluzione alta e con zoom ottici potenti posso assicurare delle immagini non troppo sgranate.

In ogni caso, bisogna considerare bene un aspetto: in un sistema di videosorveglianza domestico, riconoscere un volto da una lunga distanza può non essere così importante. Questo perché, se le telecamere sono poste a controllo di un bene prezioso, i malviventi o i malintenzionati saranno costretti ad avvicinarsi e rendersi riconoscibili.

Per concludere: è molto importante scegliere con cura la distanza a cui porre una telecamera per la videosorveglianza negli ambienti professionali. È meno importante, invece, in quelli domestici. Tuttavia, in commercio, ci sono dispositivi professionali come le Megapixel, le HDTV e le Speed Dome che sono altamente performanti. Il loro limite sta nel fatto che necessitano di persone che le sappiano manovrare per cogliere i dettagli.

Software con Kit Videosorveglianza

Software con Kit Videosorveglianza

Poter proteggere al meglio la propria abitazione, oppure una attività commerciale, un’azienda o un ufficio con un kit di videosorveglianza, oggi è una prerogativa di molti cittadini. Da diversi anni a questa parte il mercato della sicurezza offre una immensa scelta di sistemi di videosorveglianza, tutti molto semplici, convenienti e facili da installare. Fra le più importanti caratteristiche da annoverare all’interno di questi equipaggiamenti fai da te, vi è la possibilità di archiviare anche mesi di filmati; di ricevere le notifiche immediatamente via e-mail o tramite cellulare, nonché la visualizzazione delle registrazioni da remoto attraverso un computer o uno Smartphone.

In commercio, grazie ai vari produttori leader nel mercato, sono presenti numerosi kit di videosorveglianza già predisposti con specifici software che permettono la visualizzazione nonché il controllo delle telecamere presenti nell’equipaggiamento, siano esse wireless, quindi senza fili, oppure telecamere con sistema via cavo tradizionale. Ad oggi, il progressivo utilizzo delle tecnologie di rete ha permesso che quasi tutte i sistemi completi per la sicurezza presenti in commercio siano forniti di kit di videosorveglianza IP. Inoltre la maggior parte dei DVR (Digital Video Recorder) incorporati nei kit, riescono ad inviare e ricevere i segnali attraverso la rete locale o quella internet: pertanto ci si può appoggiare sia ai personal computer, sia ai nuovi Smartphone e Tablet.

All’interno dei kit di videosorveglianza wireless o in quelli che comprendono le telecamere IP (capaci di interfacciarsi con la rete e mandare flussi video tramite segnale wi-fi o cavo ethernet), vengono forniti all’utente software di base per la visualizzazione delle riprese o indicati come software più comuni per visualizzare i flussi video inviati attraverso protocolli standard di rete. Si tratta di browser web o lettori multimediali capaci sia di manifestare le riprese in tempo reale, sia di provvedere ai comandi base per le comunicazioni con le telecamere già predisposte per la programmazione in modalità remota o ricezione di comandi. I kit di videosorveglianza professionali sono comunemente forniti anche di software di centralizzazione: questi ultimi, per via della capacità di controllo da remoto che possiedono, consentono di gestire le telecamere e i differenti dispositivi attraverso il personal computer o anche tramite le centrali dislocate.

C’è inoltre da sottolineare che i componenti dei vari kit, essendo pensati e progettati per attuazioni facili e veloci per il cliente, soprattutto nella fase di installazione, di frequente comprendono un videoregistratore digitale che gestisce tutto l’insieme delle telecamere tramite il suo efficiente sistema operativo: quest’ultimo, infatti, è realizzato proprio per questa tipologia di operazione, fornendo le funzioni software più comuni, ossia la visualizzazione immediata delle immagini da più telecamere; la programmazione dei dispositivi connessi fino all’invio di allarmi e notifiche via sms/email o centrali di telesoccorso; oppure il salvataggio di frammenti di video su Pen Drive. E ancora è prevista la Programmazione Scheduling, che permette di schedulare le registrazioni; ed infine la gestione con relativo controllo dei movimenti delle telecamere motorizzate.

Collegamento in serie sensori allarme

Collegamento in serie sensori allarme

I sensori che rilevano la presenza di intrusi ( doppia tecnologia, infrarossi, microonde ) dispongono di una morsettiera per il collegamento con la centrale antifurto. La maggior parte dei sensori per allarmi sono di tipo NC ( Normalmente Chiuso). Un sensore ad infrarossi ha quattro morsetti: due che corrispondono all’alimentazione + e -, gli altri due morsetti invece si collegano all’ingresso della zona in centrale.
Per effettuare un collegamento in serie, bisogna unire i due fili che vengono da ciascun sensore. In poche parole la cosa è molto semplice, basta effettuare un collegamento in serie tra i vari sensori, in modo da riuscire ad ottenere come risultato finale, un’uscita unica con due fili.

Con il collegamento in serie basta solo che un sensore vada in allarme per aprire la linea e far scattare la segnalazione di allarme in centrale. Bisogna considerare anche che se colleghiamo in serie dei sensori su finestre, per fare funzionare questi sensori, dovremmo tenere chiuse tutte le finestre, perché se ne restasse aperta anche una sola, tutta la zona risulterebbe aperta.

I sistemi di allarme di ultima generazione, possono collegarsi ad internet ed essere gestiti da remoto anche tramite APP e smartphone. La maggior parte di questi dispositivi richiede però un collegamento alla rete ADSL che sia di casao dell’ufficio, tramite un cavetto di rete, chiamato RJ45, e questo spesso rappresenta una bella complicazione.

Oggi i migliori impianti antifurto sono wireless, e possono essere gestiti via APP o via internet, wi fi a doppia, a tripla o a frequenza multipla, sono sistemi espandibili e versatili a seconda delle esigenze di sicurezza di ciascun soggetto e grazie all’innovazione continuain questo settore, sono gestibili anche attraverso internet,APP, SMS, smartphone e tablet.

Solitamente il collegamento della centrale ai sensori viene fatto in parallelo: c’è un cavoa più conduttori che unisce il sensore alla centralina d’allarme, io consiglio di fare un collegamento in serie con i contatti magnetici solamente collegando due conduttori in entrata e in uscita da un contatto all’altro, l’importante è stare attentia chiudere la serie in centrale. L’unica cosa è che non saprai esattamente quale sensore sia andato in allarme, proprio perché la centrale segnalerà solo la linea che ha generato l’allarme.
L’unica cosa che mi preme ricordare è che i contatti sono collegati con due conduttori, mentre per i sensori c’è di avere un cavo con almeno quattro conduttori per via dell’alimentazione.

ATTENZIONE:Se si utilizza un alimentatore supplementare per dare energia ai sensori, ricordarsi di collegare la massa dell’alimentatore al comune di un ingresso zona della centrale antifurto.

Antifurto giardino casa

Antifurto giardino casa

Se abiti in una villetta indipendente, il giardino è il principale varco d’accesso che va presidiato adeguatamente, per scongiurare la violazione dello spazio domestico e l’intrusione in casa di loschi soggetti malintenzionati.
Equipaggiare il proprio giardino dell’adeguata dotazione di sistemi di allarme anti intrusione, nonché di telecamere dedite alla videosorveglianza del tuo perimetro domestico è una scelta obbligata, se vuoi continuare a dormire sonni tranquilli in casa tua.
Questo perché, ce lo confermano amaramente le recenti rilevazioni statistiche, i furti in villa sono in continuo e costante aumento.
Sottovalutare e prendere sottogamba tale problema, quando invece bastano i giusti accorgimenti mirati per scongiurare qualsiasi rischio di effrazione, sarebbe un atteggiamento irresponsabile.
Nella scelta dell’impianto antifurto più idoneo per proteggere il tuo giardino e la tua villetta, devi tener conto anche e soprattutto dell’estensione della tua casa.
Se si sviluppa su due o più livelli, ognuno di essi va presidiato adeguatamente, in virtù del fatto che ogni piano presenta (ovviamente) balconi e finestre che rappresentano, a loro volta, allettanti vie d’accesso per i malviventi che aspirano ad un’eventuale intrusione.
Il consiglio, quindi, è quello di dotare ogni singolo varco d’accesso, non solo la porta ma anche ogni balcone e finestra presente nel prospetto della tua abitazione, di appositi sensori di controllo anti intrusione, che determinano l’entrata in funzione del segnalatore acustico d’allarme non appena qualche visitatore inatteso e indesiderato tenta di varcare arbitrariamente tali accessi.
La soluzione migliore per presidiare il giardino, invece, è probabilmente quella rappresentata dalle telecamere, che ti consentono di avere una visione d’insieme continua e costante della tua proprietà, notando immediatamente eventuali intrusioni esterne.
Il consiglio è di curare attentamente il loro posizionamento, del resto puoi farlo in prima persona. Esistono infatti in commercio validissimi kit fai da te che si installano autonomamente e con estrema facilità.
Dal momento dunque, dicevamo, che sarai tu a curare in prima persona il posizionamento delle telecamere in giardino, assicurati di farlo nei punti migliori, quelli maggiormente strategici dove alberi o siepi varie non possano rischiare di turbare la corretta visuale d’insieme.
Poiché, inoltre, l’eventuale transito di animali oppure il manifestarsi di agenti atmosferici potrebbero andare ad interferire con i sensori, provocando un falso allarme che andrebbe comunque ad attivare il tuo antifurto, un ulteriore consiglio è quello di posizionare delle telecamere anche nelle vicinanze dei singoli sensori.
In tal modo, se dovesse scattare l’antifurto, potrai verificare prontamente se la segnalazione di intrusione è reale, oppure se si tratta invece di un falso allarme.

Guida configurazione telecamera ip wi fi apexis foscam similari

Guida configurazione telecamera ip wi fi apexis foscam similari

Al giorno d’oggi il discorso degli antifurto e dei sistemi d’allarme per le abitazioni, indipendenti o appartamenti che siano, risulta più che mai fondamentale. Ricevere una visita dai topi d’appartamento non è mai buona cosa, ma si possono prevenire questi spiacevoli inconvenienti prendendo qualche piccola precauzione dal punto di vista della sicurezza della propria casa e facendo ricorso all’installazione di oggetti utili alla salvaguardia della stessa. Tra i sistemi di allarme più efficienti vi sono le telecamere IP a circuito chiuso, direttamente collegate alla rete Wi-Fi dell’appartamento. Contrariamente a quanto ci si aspetti, l’installazione di questo tipo di telecamere non discosta molto da modello a modello, qualunque sia la marca a cui fanno riferimento: Apexis, Foscam, Sricam, D-Link sono solo alcuni dei nomi sinonimo di sicurezza ed efficienza, ma la configurazione di ciascun modello è pressoché la medesima.
Gli attuali sistemi di telecamere IP in circolazione prediligono la facilità d’installazione pur non rinunciando ad una certa professionalità dal punto di vista del funzionamento: tali telecamere, infatti, registrano i video non appena vengono registrati movimenti anomali all’interno degli ambienti da monitorare, il tutto badando bene a non salvare filmati a vuoto, ovvero in momenti in cui non sono presenti cambiamenti nelle aree interessate. Vediamo subito un esempio.

1) La connessione della telecamera al modem Wi-Fi.
Per configurare una qualsiasi telecamera IP dotata di sistema Wi-Fi, come la maggior parte delle telecamere presenti al giorno d’oggi sul mercato, sarà necessario innanzitutto connettersi alla rete della propria abitazione. Ogni dispositivo collegato alla rete Wi-Fi domestica è dotato di un indirizzo IP specifico, come una sorta di numero d’identificazione unico assegnato al momento della connessione, e lo stesso vale per la vostra telecamera. Per individuare l’indirizzo in questione dovrete collegare l’oggetto al PC, il quale dovrà essere necessariamente connesso a internet. Per effettuare il collegamento avvaletevi di un comune cavo ethernet, come quello presente all’interno della confezione del vostro modem e dotato di doppio ingresso. Una volta effettuato il collegamento, dovrete ricorrere all’utilizzo di un programma specifico per la rilevazione dell’indirizzo. “Advanced IP Scanner” fa al caso vostro, poiché vi permetterà di rilevare il numero in questione semplicemente avviando il software e riconoscendo la telecamera in vostro possesso.

2) L’utilizzo del browser per creare il collegamento.
Rilevato l’indirizzo IP, recatevi nel browser che usate solitamente per navigare in internet. Inserite l’indirizzo nella barra di ricerca, aggiungendo la dicitura “:81//index.htm”. A questo punto vi verrà richiesto di effettuare una sorta di login per accedere all’utilizzo della telecamera; i dati richiesti dal login riguardano il nome utente e la password, entrambi presenti o sull’oggetto da installare o nella sua confezione. Una volta inseriti i dati avrete accesso alle impostazioni specifiche della telecamera; impostate i settaggi che preferite, così da far funzionare l’oggetto a seconda delle vostre necessità.

3) Il collegamento alla rete Wi-Fi.
A questo punto è il momento di collegare la telecamera alla connessione Wi-Fi dell’abitazione, facendo a meno del cavo ethernet. Per far ciò, recatevi nuovamente tra le impostazioni specifiche dell’oggetto come fatto in precedenza, dopodiché inserite la password del vostro modem allo stesso modo di quando collegate nuovi dispositivi alla rete. Il gioco è fatto. Per altre informazioni consultate il manuale di istruzioni presente all’interno della confezione della vostra telecamera.

News antifurto satellitare

News antifurto satellitare

Si chiama Vehicle Defense il super antifurto satellitare nato dalla partnership tra la Citroen e la Vodafone: il dispositivo, che da oggi in avanti si potrà trovare su tutti i veicoli commerciali prodotti dalla casa automobilistica francese, permetterà di tracciare più facilmente il mezzo rubato, di localizzarlo e di recuperarlo.

Per il momento i furgoncini che saranno interessati da questa novità sono il Nemo Van, il Jumpy, il Berlingo Van e il Combi, ma se la sperimentazione si rivelerà un successo, nei prossimi mesi l’antifurto satellitare potrebbe venire applicato anche sugli altri veicoli commerciali e sui mezzi privati prodotti dalla Citroen.

Come funziona Vehicle Defense? Il dispositivo, che è caratterizzato da dimensioni molto ridotte, si attiva con una Global Sim Lot Vodafone.

Costruito seguendo i più elevati standard in materia di sicurezza, l’antifurto satellitare non interferisce con gli altri impianti elettrici che si trovano all’interno dell’abitacolo del veicolo.

Un altro pregio di questo sistema è che, a differenza di molti altri antifurti satellitari presenti sul mercato, è dotato di un’autoalimentazione, quindi non dev’essere collegato all’elettricità né tanto meno dev’essere ricaricato.

Il montaggio è molto semplice e veloce e può essere effettuato direttamente dal guidatore senza richiedere l’intervento di un installatore professionale.
Per quanto riguarda l’attivazione, è sufficiente fare una chiamata alla Vodafone.

Una volta messo in funzione, il sistema è in grado di operare in 44 Paesi europei, 24 ore su 24 non stop per 365 giorni all’anno.

In caso di furto, l’autista non deve far altro che chiamare la sede operativa della Vodafone, che si attiva subito in tempo reale per rintracciare il veicolo, localizzarlo e organizzarne il recupero insieme alla polizia.

Cosa succede invece se il veicolo, anziché in Italia, viene rintracciato all’estero?
Il proprietario va forse incontro ad una trafila burocratica molto lunga?

E qui arriva un’altra buona notizia, perché non succede niente di tutto questo: se ad esempio il veicolo viene rubato in Italia, ma viene portato in Romania, la centrale operativa italiana della Vodafone si tiene in contatto con l’utente, offrendogli un servizio di supporto in lingua italiana.

Nello stesso tempo però contatta la sede operativa in Romania, con la quale collabora affinché il veicolo sia localizzato nel tempo più breve possibile e possa essere riconsegnato al legittimo proprietario con il supporto delle forze dell’ordine o della polizia locale.

Si tratta senza dubbio di una piacevole novità, visto che come ben sappiamo, può rivelarsi un’impresa recuperare un veicolo rubato e portato all’estero.

Antifurti videosorveglianza

Antifurti videosorveglianza

Buonasera amici, facciamo a capirci, io ho tantissima voglia di lavorare ed è per questo motivo che mi sono ricoperto di debiti ed insieme a mio cognato, abbiamo rilevato un piccolo autogrill autostradale.

Ora che abbiamo iniziato con tanto entusiasmo questa nuova attività, ci stiamo però rendendo conto di quanto incida in effetti il fenomeno del taccheggio sul nostro utile di esercizio.

E’ infatti davvero molto difficile controllare che quando l’autogrill è pieno zeppo di persone, non accadano furti di ogni genere che intaccano quotidianamente il frutto del nostro lavoro.

Abbiamo sentito parlare di antifurti videosorveglianza ma siamo completamente a digiuno e prima di fare qualche passo falso, vorremmo il conforto della vostra esperienza.

Avremmo infatti intenzione di installare antifurti videosorveglianza sia nella zona interna adibita lla vendita che su tutta l’area esterna intorno ai locali d’esercizio per intercettare eventuali tentativi di effrazione dall’esterno.

Come al solito, visto che conosciamo il vostro modus operandi, vi inviamo in privato una piantina completa del nostro autogrill.

Fateci sapere qualcosa per favore.

Aldo e Luca.

Carissimi ragazzi, quando vediamo tanta iniziativa imprenditoriale in persona così giovani, non possiamo che esserne veramente compiaciuti.

Certo, è innegabile, gestire un autogrill, dal punto di vista della sicurezza, sia economica che patrimoniale e, perché no, personale non è cosa semplice.

E’ chiaro a tutti quanto il fenomeno dei furti di merci di modesto valore ma in modalità continua possa intaccare ilk risultato di esercizio.

Per questo motivo siamo perfettamente d’accordo sulla opportunità di montare un paio di antifurti videosorveglianza da destinare, magari in modalità separata a vigilare sia all’interno per prevenire forme di taccheggio continuato che all’esterno contro eventuali tentativi di effrazione.

Gli antifurti videosorveglianza hanno però la necessità di essere segnalati in via preliminare attraverso idonea cartellonistica che indichi le modalità di conservazione dei filmati ed il responsabile del trattamento.

Comunque, non preoccupatevi, non siete soli e bene avete fatto a mandarci in privato la piantina della vostra attività.

Il tempo materiale di approntare un piano di attacco e ci faremo risentire…..a presto.

Implicazioni legali nella videosorveglianza.

Implicazioni legali nella videosorveglianza.

Quando si parla di sicurezza, comprendendo nel suo ambito anche le delicate funzioni di videosorveglianza, non si può prescindere da attente valutazioni di ordine squisitamente legale.

Molto spesso imprese con lavoratori alle dipendenze hanno la necessità di sottoporre a sorveglianza video le aree in cui avvengono le lavorazioni piuttosto che gli uffici o le aree di vendita al pubblico attraverso l’installazione di sofisticati sistemi di videosorveglianza.

Questo tema va però identificato e trattato con estrema attenzione in quanto esistono norme cogenti in materia di privacy che devono essere osservate dal datore di lavoro.

Quando si parla di videosorveglianza in tali luoghi bisogna sempre osservare regole molto importanti come ad esempio quella di non riprendere direttamente i lavoratori direttamente in quanto ciò può accadere solo in via incidentale e non fissa diversamente da quanto accade ad esempio nei locali destinati alla vendita ad esempio.

In tali ultimi, infatti, possono riprendersi tutti gli spazi, ivi compresi gli accessi ma se dovessero rendersi necessarie riprese fisse di una postazione, dovrà anche in questo caso adottare cautele come ad esempio le privacy mask che altro non sono che ombre che impediscono l’identificazione del dipendente in caso di riprese.

Esistono tecnologie davvero molto evolute in settori come quello in esame, telecamere capaci di muoversi con comando a distanza (brandeggiabili) guardando i ogni direzione possibile e con capacità di variare anche la profondità dell’inquadratura.

Va ricordato che il trattamento di dati sensibili quali le immagini riprese in ambienti di lavoro collettivo ed immagazzinate per essere custodite va effettuato con molta attenzione avendo cura di coinvolgere il personale dipendente in ogni fase della procedura, individuando all’interno di questa categoria un rappresentante che, congiuntamente al datore di lavoro partecipa ad ogni passaggio di questo delicato settore.

Le memorie elettroniche deputate alla conservazione delle immagini dovranno essere collocate in apposito locale o in armadi chiusi a chiave che sia fisica o elettronica.

Le chiavi di accesso a tali memori per cautela devono essere detenute congiuntamente dal daote di lavoro e dal rappresentante dei lavoratori che vi potranno accedere solo in forma congiunta salvo casi comprovati di effettiva necessità ed urgenza che andranno all’uopo verbalizzati in un apposito registro a fogli previdimati appositamente istituito con la duplice funzione di contenere anche l’esito delle verifiche mensili di sicurezza.

Qualora infatti il datore di lavoro dovesse ravvisare la necessità di accedere direttamente o su richiesta della Competente Autorità Giudiziaria alle immagini senza avere il tempo materiale di convocare il rappresentante dei lavoratori, potrà farlo ma dovrà informarlo al più presto annotando in detto registro le relative operazioni eseguite.

Ulteriori importanti prescrizioni normative da osservare incidono in maniera particolare i tempi di conservazione delle immagini raccolte, le quali, alla luce del Provvedimento dell’Autorità Grarante dell’8 aprile 2010 non possono essere custodite oltre le 24 ore, salvo l’eventuale concomitanza di giornate festive, fatte salve particolari esigenze di sicurezza di attività come quelle degli Istituti di credito ad esempio i quali possono trattenere le immagini fino ad una settimana con modalità di cancellazione automatica allo spirare del termine.

Va da ultimo osservato come le immagini in corso di acquisizione attraverso la videosorveglianza non possono in alcun modo essere visibili attraverso monitor alla visione di chiunque, neanche nella esclusiva disponibilità del solo datore di lavoro, ma devono essere utilizzati monitor posizionati in locali appositi nella disponibilità del solo personale all’uopo delegato proprio per scongiurare il trattamento improprio dei dati raccolti e le conseguenti ipotesi di violazione delle norme di prescrizione.